“Vixi, et, quem dederat cursum fortuna, peregi, et nunc magna mei sub terras ibit imago.”
(Ho vissuto e ho percorso il cammino che mi aveva assegnato la sorte e ora la mia immagine gloriosa andrà sotto terra.)
Queste le parole, fatte pronunciare da Virgilio a Didone poco prima di togliersi la vita; e proprio la parola imago, con cui si chiude la frase virgiliana, assurge a titolo di questo CD che riunisce alcuni dei brani più interessanti ed artisticamente importanti, in cui la parola virgiliana trova un’assonanza e una risonanza creativa nella musica di compositori, vissuti alcuni secoli più tardi. Come giustamente rimarca Paola Besutti, che nei credits è, assieme al direttore Walter Testolin, l’ideatrice di questo progetto musicale, “nelle corti padane i versi virgiliani divennero materia creativa anche per i musicisti che, con frequenza crescente, li posero in musica secondo le norme e gli stili del momento. Radunarli significa tracciare una linea che da Josquin Desprez sino a Orlando di Lasso, segue la fortuna di Virgilio nel flusso della ricerca compositiva di quegli anni”.
Chi si appresta ad ascoltare questi tredici brani - che rappresentano una scelta ragionata da un repertorio ben più vasto - difficilmente intuisce quale viaggio stia intraprendendo, un viaggio con un compagno d’eccezione, appunto, Publio Virgilio Marone, lo stesso Virgilio che Dante nella Divina Commedia aveva scelto come guida. Ad aprire il CD viene posto il “Tityre, tu patulae”, l’incipit delle Bucoliche virgiliane nella versione musicale a 6 voci di Orlando di Lasso; seguono poi nove brani di cinque compositori (Orlando di Lasso, Adrian Willaert, Cipriano de Rore, Josquin Desprez, Jacques Arcadelt), tutti appartenenti a quella che nella storia della musica si definisce scuola franco-fiamminga. Tutti loro, attivi nelle diverse corti italiane, si confrontano con i versi dell’Eneide, spesso musicando lo stesso segmento testuale. Ne sono esempio le due versioni di “O socii”, versi in cui Enea esorta i compagni a reagire coraggiosi alle avversità e a fondare Roma. Su questo testo, derivante dalla letteratura, si innesta la contemporaneità, l’attualità dell’epoca: dall’ultimo verso il cardinale Antoine Perrenot de Granvelle trasse il proprio motto “Durate”. Adrian Willaert e Cipriano de Rore, che vollero omaggiare de Granvelle, utilizzarono quello che si definisce un soggetto cavato, dalle sillabe del motto, trasformate in note, sintetizzarono ognuno il proprio tema musicale che viene riproposto durante tutto il brano. Un altro esempio di versioni diversi degli stessi versi sono i tre diversi brani di Josquin, di Lasso e Willaert, composti sul commiato alla vita della regina di Cartagine, ormai abbandonata da Enea, il “Dulces exuviae”, brano che nella storia della musica richiamò l’attenzione di almeno una ventina di compositori e che nei brani scelti per questo CD prelude ai grandi lamenti che di lì a poco sarebbero diventati importanti scene recitative, anticipatrici dello sviluppo dell’opera.
Il CD viene siglato da due testi che sono di ispirazione virgiliana, ma di autore ignoto, messi in musica da Jacquet de Mantua e Orlando di Lasso.
Il gruppo De Labyrintho è un ensemble solito esclusivamente vocale che il direttore compone secondo le necessità interpretative dei brani. Questa volta ai cantori (Nadia Caristi, Laura Fabris e Arianna Miceli – cantus; Alessandro Carmignani - cantus e altus; Matteo Pigato – altus; Massimo Altieri e Gianluca Ferrarini – tenor; Marco Scavazza e Guglielmo Buonsanti – bassus) si affianca con discrezione e gusto un consort di viole da gamba (Daniele Cernuto, Iris Fistarollo, Sofia Gonzato, Margherita Tommasi, Massimiliano Varusio) e il flautista Luca Ventimiglia che nel brano di apertura rappresenta “il rustico zufolo” contrappuntando il canto di Titiro. Al consort di viole da gamba sono affidati due brani esclusivamente strumentali la “Chanson de Josquin” e il “Dulces exuviae” di Marbriano de Orto, compositore attivo alla corte papale.
Estremamente prezioso il fatto che tutti testi sono trascritti nel libretto al CD nell’originale latino e nelle traduzioni italiana e inglese. Il libretto è corredato anche dall’elenco delle fonti musicali manoscritte e a stampa, da cui provengono i brani scelti. La registrazione è stata fatta a Bosaro presso Rovigo agli inizi del maggio 2016; e proprio il 2016 è importante per questo disco, perché la sua uscita è stata promossa dal Comune di Mantova e dall’Accademia Nazionale Virgiliana di Scienze, Lettere e Arti in occasione dell’anno, in cui Mantova è stata Capitale Italiana della Cultura.
Si tratta di un CD, pubblicato dalla Stradivarius, che ci fa entrare nel mondo musicale dell’epoca, dando contemporaneamente a questi brani una veste di qualità intepretativa che ne fa risaltare la bellezza artistica.
Potete (ri)sentire l'intervista a Walter Testolin di Sonoramente Classici al link: https://www.rtvslo.si/4d/arhiv/174568521?s=radio_ita
CD: Imago, Virgilio nella musica del Rinascimento
interpreti: De Labyrintho
edizioni: Stradivarius