Di acqua ne è passata sotto i ponti, non si contano le occasioni perse per innovarsi e rilanciarsi, di sicuro lo smalto e lo splendore non sono quelli degli anni migliori. Anche se la Roma intravede le possibilità di accedere alla finale di Champions, dopo un cammino europeo praticamente perfetto, la Serie A non è più quella di un tempo, mancando campioni di livello mondiale, spettacolo e infrastrutture all’avanguardia. Tuttavia, a un mese dalla fine, rimane di gran lunga tra i campionati più aperti e avvincenti.
Un poderoso colpo di testa di Koulibaly allo scadere ha infatti permesso al Napoli di espugnare l’Allianz Stadium, sconfiggendo 1-0 un'arrendevole Juventus, troppo attenta a non prenderle. Quando mancano quattro turni, il distacco tra le prime due è di un solo punto, caso unico rispetto alle principali nazioni calciofile: se al Barcellona manca un pareggio per vincere matematicamente la Liga, il Manchester City, il Bayern Monaco e il Paris Saint Germain si sono già aggiudicati i rispettivi campionati, veleggiando con oltre 15 punti di vantaggio sulle seconde.
E avvincente è anche la volata per la Champions, con le sorprendenti Romane che precedono l’Inter di un punto. La Roma infatti ripartiva senza Capitan Totti per la prima volta dopo venticinque anni, per di più con un allenatore giovane alla prima esperienza in una “big”. E giovane è anche l’allenatore della Lazio, che ogni estate cede i pezzi migliori ma - come un’Araba Fenice - risorge e riparte di slancio. L’Inter invece sta provando a ristrutturarsi: dal Triplete in poi, i nerazzurri hanno avuto un rendimento decisamente altalenante, pur disponendo sempre di rose discrete.
Ancora viva è anche la corsa per l’Europa League, con la "giovane" Atalanta che merita un grosso applauso, soprattutto perché gioca sempre a viso aperto, sia in Italia che in Europa. Probabilmente dovremo abituarci alla presenza degli orobici nel calcio che conta, visto il potenziale del settore giovanile di Zingonia e la programmazione societaria impostata da Percassi. In corsa c’è anche il Milan, che non sta certo disputando una stagione esaltante, al di là di una finale di Coppa Italia da giocare. Evidentemente, al netto delle questioni societarie, costruire una squadra di sana pianta e senza un progetto tecnico (per di più cambiando l’allenatore in corsa) non sembra essere una scelta che paga, specialmente se si guarda al Napoli, che si è rinforzato semplicemente confermando in blocco la squadra dello scorso anno, per di più concedendo tempo all'allenatore. Più staccate, ma probabilmente ancora in lizza, ci sono la Fiorentina e la Sampdoria.
Decisamente entusiasmante è anche la lotta salvezza. Se nelle ultime stagioni bisognava vincere un “campionato composto da quattro squadre”, quelle cioè meno attrezzate per la massima serie, quest’anno ci sono sei squadre in otto punti. Al Benevento invece non è bastato l'impegno profuso in ogni partita per evitare la (prevedibile) retrocessione. I Campani si sono però tolti delle belle soddisfazioni, come i quattro punti complessivi contro il Milan (il primo in assoluto e la prima vittoria esterna), pagando tuttavia tante comprensibili e perdonabili ingenuità, costate parecchi punti.
Di sicuro il calcio italiano non sprizza di salute. Dopo il titolo mondiale del 2006, sono infatti arrivate due eliminazioni precoci e una (storica) mancata qualificazione alle fasi finali della Coppa del Mondo. E lunga è anche la lista di motivi per cui non attrae capitali stranieri e progetti imprenditoriali strutturati. Calendario alla mano, stanno arrivando le belle giornate, c'è tanta voglia di mare dopo un inverno lungo e rigido. Ma val la pena di tener duro: a memoria, è difficile ricordare un campionato così aperto, con così pochi verdetti emessi e poche squadre senza più obiettivi. E val la pena di goderselo, perché chissà quando ci ricapiterà, guardando l’aria che tira.
E poi questa sarà un’estate lunga, purtroppo avremo tempo per andare al mare...