La ricandidatura di Felice Žiža è cosa certa. Lui continua a godere della fiducia incondizionata della “squadra”, ovvero di quegli uomini che quattro anni fa contribuirono a portarlo in parlamento. Primo fra tutti il presidente della Comunità autogestita Costiera, Alberto Scheriani, che non fa mistero che in questo mandato sarebbero stati raggiunti risultati che definisce “eccezionali”. Per arrivarci il deputato ha dovuto sacrificare il principio che non sarebbe stato l’ago della bilancia delle ballerine maggioranze slovene. Alla fine, ha scelto di tenere a galla il governo di centrodestra ed in cambio è oggettivamente riuscito a risolvere una serie di problemi che si trascinavano anche da decenni. S’è tirato, però, addosso gli strali del centrosinistra. I provvedimenti legislativi a favore della minoranza sono così passati con i voti dei deputati dei partiti di governo e dei loro alleati anche di quelli noti per loro posizioni nazionaliste e xenofobe; con gli altri che invece davano battaglia. È accaduto anche recentemente quando si è discusso del miglioramento delle competenze linguistiche del personale delle scuole italiane.
Intanto i suoi detrattori all’interno della minoranza si stanno muovendo ed oramai comincia a circolare il nome della sua possibile antagonista. Si tratta di Ondina Gregorich Diabaté, una delle leader del gruppo “Unitarietà – Insieme”. Lei non conferma né smentisce; ma non è un mistero che l’intento di quelli che vorrebbero scalzare Felice Žiža è quello di trovare un candidato unico da contrapporgli, per non frammentare i voti. Proprio in queste ore si starebbero intensificando le pressioni per strappare alla Gregorich il sì definitivo. Quello che è certo al momento è che lei ci sta seriamente pensando.
Per Luka Juri, un'altra delle figure di spicco all’interno del movimento, si starebbe cercando un “game changer”, un candidato che rappresenti l’unitarietà della Comunità Nazionale Italiana “e non il 'Sancho Panza' di Janša, così come succede adesso”. Ex insegnate e catechista attiva nella diocesi capodistriana, la Gregorich, conosciuta per il suo orientamento progressista e per essere da tempo una spina nel fianco della locale leadership minoritaria, se eletta sembrerebbe poter rappresentare una garanzia per il centrosinistra nel caso il parlamento dovesse uscire dalle prossime elezioni nuovamente spaccato a metà.
Stefano Lusa