In questi giorni nel paese c’era una delegazione del Parlamento europeo per valutare la situazione dello stato di diritto, la libertà dei media e la lotta contro la corruzione. Come già accaduto in passato si è scatenata una vera e propria tempesta, tanto che da Bruxelles hanno dato ad intendere che l’antisemitismo non ha posto nell’Unione Europea. La reazione è arrivata dopo che Janša aveva pubblicato un’immagine in cui alcuni eurodeputati erano presentati come burattini di George Soros, il finanziere di origini ungheresi sopravvissuto alla Shoah, al centro di teorie complottiste spesso dalle tinte antisemite. Al termine della visita degli europarlamentari, la capodelegazione Sophie in 't Veld si è detta preoccupata per i toni del dibattito pubblico e per il clima di conflittualità, odio ed intimidazione presente nel paese.
Sta di fatto che se in passato Lubiana era vista come le prima della classe, quella più diligente nell’applicare gli standard politici e democratici occidentali, ora è considerata alla stregua di Polonia e Ungheria. Intanto in Slovenia lo scontro politico non accenna a placarsi. A Lubiana migliaia di persone sono tornate in piazza per dire no al Green pass, ma anche per lanciare strali contro tutta la classe politica. Lo slogan più ricorrente è stato quello di “ladri- ladri”. A scandirlo persone che in questo momento non si sentono rappresentate e che forse nelle ultime tornate elettorali non hanno nemmeno votato. Per dirla all’italiana ed essere messa alla berlina è la “casta”, quella classe politica che giocando tra janšismo ed antijanšismo da decenni gestisce il paese. È successo anche in Italia, prima ha cominciato il comico Beppe Grillo e poi è nato il Movimento 5 stelle. Quello che bussa alle porte è il populismo, con i suoi leader. Potrebbe far presa su chi non ne può più delle limitazioni, ma anche della guerra civile permanente che vede destra e sinistra l’una contro l’altra armata. Per ora i politici ed anche i media hanno cercato di non accorgersi del fenomeno sperando che passi, ma tutti sembrano temere che i vecchi equilibri e le tante certezze della politica slovena possano rompersi.
Stefano Lusa