La sfida sarà praticamente quella del 2018, con Felice Žiža da una parte e Maurizio Tremul dall'altra. Nessuna sorpresa, quindi, tanto che molti già dopo le scorse elezioni sarebbero stati pronti a scommetterci. Un confronto tra quelle che sono due figure di primo piano della minoranza, che in questi ultimi quattro anni hanno giocato un ruolo da protagonisti.
Questa volta però c'è molta più politica nazionale in ballo, tanto che Tremul accusa Žiža di essere espressione dell’opzione partitica di Janez Janša; mentre Žiža ribatte, pur non nominando esplicitamente la Sinistra, che da almeno un anno e mezzo si vorrebbe fa entrare un partito nella nostra comunità.
Per come è iniziato, quello che sta prendendo corpo, si preannuncia come un confronto durissimo. Non necessariamente un male in una comunità che è poco abituata a discutere in maniera franca. Starà all’intelligenza dei due candidati e delle loro agguerrite squadre non far trascendere la polemica in uno scontro indecente, fatto di copi bassi e di squalifiche personali. Sarebbe un peccato, anche perché quando i candidati decideranno di tirare fuori i loro programmi molto probabilmente scopriremo che le differenze stanno più nei toni e negli accenti che nella sostanza. Varrà la pena di ricordare che questa volta ad assistere allo scontro non è solo la minoranza, ma anche tutto il paese, poiché mai come negli ultimi anni il lavoro del deputato è stato al centro dell’interesse dell’opinione pubblica nazionale. Si tratta ora di trovare la maniera di contendersi il seggio specifico senza accumulare un fardello troppo pesante sulle spalle, ricordando che dopo il 24 aprile ci sarà anche il 25 aprile e che a quel punto sarebbe il caso di trovare modi e strategie di collaborazione.
Stefano Lusa