A differenza di quel che vale per altre grandi lingue di cultura, come l'inglese, lo spagnolo o il francese, l'affermazione dell'italiano oltre la Penisola non è avvenuta attraverso le armi, ma è stata garantita quasi esclusivamente dal suo spessore culturale, dal prestigio della letteratura, della musica, delle arti e delle scienze. "Per fortuna, la sua fortuna nel mondo si deve ad altri fattori e ad altri valori, e di questo possiamo essere orgogliosi". Così il professor Giuseppe Patota, noto studioso della lingua italiana e accademico della Crusca, ospite in mattinata all'Università del Litorale, dove ha tenuto una conferenza su "L'italiano: una lingua senza impero". L'evento, al quale ha assistito una folta platea di studenti, universitari e delle scuole medie superiori italiane del territorio, è stato reso possibile dal Consolato generale d'Italia a Capodistria, in collaborazione con la facoltà di Studi umanistici dell'Università e con l'Istituto dell'educazione; mentre l'occasione era data dalla XXIV edizione della Settimana della lingua italiana nel mondo, la più importante rassegna di promozione dell'italiano all'estero, che la rete diplomatica e culturale della Farnesina organizza fin dal 2001.

"La Settimana della lingua italiana nel mondo è un momento importantissimo", dice a Radio Capodistria il console Giovanni Coviello, "non solo perché presentiamo la lingua italiana nelle sue molteplici sfaccettature, ma anche perché riflettiamo sulla lingua come ponte fra le culture". L'italiano, spiega ancora il console, è un ponte che ci unisce, un patrimonio comune, non solo di territori dove l'italiano è lingua ufficiale, come in Slovenia e Croazia, ma anche degli italodiscendenti e di quanti nel mondo amano la lingua e la cultura italiana.

Ma a proposito, qual è oggi lo stato di servizio dell'italiano nel mondo? "È molto buono", risponde il professor Patota. "Certo, non possiamo competere con giganti come l'inglese, lo spagnolo o il cinese, però la richiesta di italiano è molto forte e diffusa in tutto il mondo. L'occasione della Settimana della lingua italiana nel mondo lo conferma sempre, quindi possiamo essere contenti. L'italiano va di moda".

Ornella Rossetto