Una mostra attesissima. Perché Steve McCurry, nato 74 anni fa a Filadelfia, negli Stati Uniti, è considerato, da oltre mezzo secolo, uno dei grandi della fotografia contemporanea. La maestria nell'uso del colore, l'empatia, l'umanità rendono le sue fotografie indimenticabili. Come il celeberrimo ritratto della ragazza afgana dagli occhi verdi fotografata in un campo profughi in Pakistan, uno scatto del 1984 entrato nell'immaginario collettivo. Al Salone degli Incanti di Trieste oltre 150 immagini, di cui alcune inedite, accompagnano i visitatori in un eccezionale percorso attraverso culture e storie di ogni angolo del pianeta. Si tratta di una delle retrospettive più complete sul lavoro dell'artista, del quale esplora i temi più cari: i viaggi, le culture, i bambini, i ritratti, in una narrazione autentica e intima di storie di vita, fra sofferenza e gioia, stupore e ironia, tutto un mosaico di emozioni che catturano lo sguardo e toccano il cuore.

Tra sgli scatti inediti, il piccolo afgano simbolo del lavoro minorile, un uomo del Togo con il volto dipinto di blu, la donna nigeriana con cicatrici rituali e i bambini che giocano fra i baobab in Madagascar.

La mostra "Steve McCurry - Sguardi sul mondo" resterà aperta fino al 4 maggio del prossimo anno e rientra tra gli eventi di GO!2025& Friends, un programma di eventi allargato a tutto il Friuli Venezia Giulia che accompagna l'appuntamento con Nova Gorica - Gorizia Capitale europea della cultura.

E il coinvolgimento del fotografo statunitense non finisce qui perché nel mese di giugno le due città hanno avuto McCurry come ospite d'eccezione di uno shooting fotografico per raccontare il territorio di confine italo-sloveno, un lavoro destinato a confluire, insieme a quello dell'italiano Alex Majoli e della slovena Meta Krese, nella mostra "Tre sguardi", che sarà presentata nel corso del 2025 a Gorizia.