Messa a disposizione dalla Società Dante Alighieri di Roma, è approdata a Capodistria "Dove il sì suona", una mostra sulle secolari vicende della nostra lingua che ha già fatto scalo in molte città del mondo, compresa l'istriana Pola citata da Dante in alcuni celebri versi della Divina Commedia. L'esposizione è nata come versione itinerante della grande rassegna realizzata a Firenze nel 2003 da Luca Serianni, eminente linguista che della storica Società fondata da Giosuè Carducci, punto di riferimento per l'apprendimento dell'italiano all'estero, è stato vicepresidente fino alla prematura scomparsa.
Un percorso, quello ora allestito a Palazzo Gravisi per cura del Comitato di Capodistria della Dante presieduto da Valentina Petaros Jeromela, che invita a scoprire fra testi e immagini il lungo cammino compiuto dall'italiano, dalle origini fino ai nostri giorni, nei suoi diversi aspetti: dal rapporto con il latino a quello con le altre lingue, dalla definizione della norma allo stretto legame con la letteratura, sino all'uso nel cinema, nella musica e nell'arte. La documentazione comincia dal Placito di Capua, l'atto di nascita della lingua italiana, che ci ha tramandato la celebre formula "Sao ko kelle terre ..." e risale all'anno 960, fino ad arrivare ai maggiori scrittori italiani del Novecento, come Montale e Calvino. Nell'occasione sono stati allestiti anche dei pannelli sulla presenza di Dante nella lingua slovena e sulle traduzioni del suo grande poema, cui la dottoressa Petaros ha dedicato numerosi studi e pubblicazioni.
Preposta all'organizzazione della mostra, che si fregia del patrocinio dell'Ambasciata d'Italia in Slovenia, è come si diceva la Dante di Capodistria, con il contributo della Sede centrale di Roma e con il supporto della Comunità degli italiani "Santorio Santorio", oltre che delle due Can (costiera e comunale). All'inaugurazione si è sottolineata l'importanza dell'iniziativa come momento significativo di promozione della lingua e della cultura italiana sul territorio, mentre il segretario generale della Società Dante Alighieri Alessandro Masi ha inviato un messaggio in cui ha espresso l'auspicio "che la rassegna possa contribuire a rinsaldare i vincoli di amicizia tra i due Paesi, sia un ulteriore ponte culturale tra il popolo sloveno e quello italiano e sia di stimolo per le future attività" del Comitato.
L'esposizione "Dove il sì suona" rimarrà a Palazzo Gravisi fino al 9 giugno.