Il Centro studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia (Pordenone) inaugura il 2025, cinquantesimo anniversario della morte violenta di Pasolini, avvenuta - è vicenda nota - nella notte fra il primo e due novembre 1975 sul lido di Ostia, vicino a Roma, in circostanze mai del tutto chiarite, con la mostra "Pasolini America Warhol", allestita fino al 23 febbraio nella sede di Casa Colussi, dove il grande intellettuale visse con la madre dal 1943 al 1950. Prima tappa di un progetto che prevede sempre a febbraio un convegno internazionale, l'esposizione esplora tra fotografia, letteratura, arte e cinema, il complesso rapporto di Pasolini con gli Stati Uniti. Una visione del "Nuovo Mondo", la sua, in cui si mescolano critica e fascino, in un intreccio con le contraddizioni della società americana. Partendo dalle letture giovanili come l'antologia di narrativa curata da Elio Vittorini, la mostra ripercorre i due viaggi compiuti da Pasolini negli Usa, il primo a New York nel 1966 per promuovere i suoi film e l'altro nel 1969, gli anni delle lotte per i diritti civili degli afroamericani e delle manifestazioni contro la guerra in Vietnam.
L'interesse di Pasolini per gli Stati Uniti culminò nell'analisi del consumismo e della pop art, incarnata da Andy Warhol. Il dialogo simbolico fra i due artisti, figure imprescindibili nella cultura del XX secolo, si riflette nel testo critico che Pasolini scrisse poco prima della morte per la serie "Ladies and Gentlemen" esposta alla fine del 1975 a Palazzo dei Diamanti di Ferrara e dedicata alla comunità che oggi definiremmo "queer" di New York. E un altro momento chiave della mostra è il confronto tra la poesia "In morte di Marilyn" con il ritratto in serigrafia della diva firmato da Warhol.
Completano il percorso espositivo le edizioni americane dei libri di Pasolini, tradotto e pubblicato negli Stati Uniti già dai primi anni Sessanta.