Teatro di Capodistria  Foto: BoBo
Teatro di Capodistria Foto: BoBo

Il teatro è un luogo unico e vitale. Spesso ci lasciamo travolgere dalla quotidianità, dallo stress quindi un appuntamento serale a un auditorium o piccolo cineteatro che sia, rappresenta una valvola di sfogo. Ecco quindi un valido motivo per abbonarsi alla stagione 2024/2025, tempo fino al 20 settembre, ci ricorda la direttrice del Teatro capodistriano Katja Pegan.

Sei le produzioni più quattro minori, al via con "La nostra famiglia", musical che vede lavorare insieme il Teatro di Capodistria, lo Stabile sloveno di Trieste e il Dramma italiano dell'Ivan de Zajc di Fiume. Segue "Tre variazioni della vita", della drammaturga francese Yasmina Reza. Degno di nota "I giorni dell'abbandono", tratto dal libro di Elena Ferrante, ll'autrice dell' "Amica geniale", una novità' per il teatro sloveno.

Ma non bisogna dimenticarsi dei più piccoli, che con il Teatro per l'infanzia il Faro racconta storie di eroi e creature immaginarie, mette al centro di tutto proprio loro: i bambini. Ne è un esempio lo spettacolo "Favole al telefono", tratto da Gianni Rodari e portato in scena dal giovane Francesco Borchi, con la regia di Jaka Ivanc.

Aspetto importante è quello del bilinguismo e la multiculturalità. Ed è proprio con l'attore di le "Favole al telefono", e con le produzioni per bambini del Teatro il Faro che a Capodistria si sono avvicinati a questa tematica, come sentiamo dal responsabile delle pubbliche relazioni dello Stabile capodistriano, Matej Sukič:"Una versione in sloveno, una in italiano le farà Francesco Borchi attore italiano che collabora spesso con Jaka Ivanc che è un maestro per gli spettacoli per bambini. Siamo consapevoli che viviamo in un luogo che è multiculturale e vogliamo fare di più per il bilinguismo, per questa area che come sappiamo si parla l'italiano, lo sloveno ma anche altre lingue."

Diana Sellibara