Al via, la scorsa primavera, c'era stata la trasposizione teatrale della "Cripta dei cappuccini", magnifico romanzo sulla finis Austriae scritto nel 1938 da Joseph Roth, che il Mittelfest ha portato in scena con la regia del direttore artistico Giacomo Pedini e nell'interpretazione del popolare attore Natalino Balasso. Prima parte di una trilogia di spettacoli che vede collaborare il festival di Cividale con il Teatro nazionale sloveno (SNG) di Nova Gorica per raccontare la memoria dei confini e il secolo che ci ha preceduto fra Italia e Slovenia. Il progetto, inserito nel programma ufficiale di GO!2025, transfrontaliero nello spirito e nei contenuti, e dal titolo ovviamente bilingue, "Inabili alla morte /Nezmožni umreti", prosegue ora con il secondo capitolo, prodotto stavolta dallo Stabile sloveno, "Alla ricerca della lingua perduta", in cui la vicenda narrata si spinge fino agli anni Sessanta del Novecento. Il testo, che sarà diretto da Janusz Kica e debutterà a Nova Gorica giovedì 14 novembre (con repliche il 21, 22 e 23), è firmato dall'affermato scrittore e regista Goran Vojnović. Tra dramma e commedia, un viaggio nella storia recente, i suoi conflitti, la frattura scavata dalle ideologie.
L'ultimo episodio della trilogia arriverà con "L'alba dopo la fine della storia", uno spettacolo ambientato negli anni Novanta, scritto da Paolo Di Paolo e diretto ancora da Giacomo Pedini, che andrà in scena a settembre del prossimo anno, quando tutte e tre le parti saranno rappresentate insieme, a Gorizia e a Nova Gorica.
Il progetto "Inabili alla morte" prevede inoltre una versione radiofonica, realizzata in collaborazione con Rai FVG, RadioTre Rai e Radio Slovenia, e la pubblicazione dei tre testi in un volume bilingue, edito da Bottega Errante.