Il giorno dopo una tornata elettorale di solito si contano i vincitori e gli sconfitti, in una rituale statistica che fa parte dell' impalcatura drammaturgica che accompagna lo spettacolo della politica. Uno spettacolo che ha regole e dinamiche di rappresentazione precise, dove i mass media svolgono uno dei ruoli principali. La posta in gioco è grande, non solo per i partiti e i candidati che si esibiscono sul palcoscenico per aggiudicarsi il potere, ma anche per i media, che si giocano la credibilità. Anche nel sistema minoranza.
La campagna elettorale per il seggio per il deputato della comunità nazionale italiana è stata questa volta particolarmente urticante. Troppa carne sul fuoco, troppi condimenti, troppi effetti speciali per un piatto solo: quello del deputato in parlamento. Qualcuno ha colto l' occasione per mettere in discussione tutto il sistema annunciando l' inizio di un' altra campagna elettorale, altri per fare i conti con antichi rancori personali, altri ancora per bacchettare i giornalisti. Alla fine abbiamo scelto quello per cui siamo andati alle urne: per scegliere chi ci rappresenterà nella stanza del potere legislativo in un sistema di democrazia dove i poteri, le competenze e i compiti sono nettamente divisi. Anche nel sistema minoranza. Chi ci rappresenterà è forte dei punti ricevuti e di una percentuale di affluenza che è superiore a quella nazionale. Ha già indicato quelle che sono le sue priorità, e che sono anche le nostre: il consolidamento e l'autonomia finanziaria di radio e tv Capodistria, quella di programma c'è già. Il bilinguismo effettivo, non storpiato, inesistente, di facciata e ideologico che non vuol dire niente. Il lavoro di squadra, con il territorio, facendo sistema con le can e con le comunità. Giusto, perché l' individualismo politico per una minoranza come la nostra ci indebolisce su un territorio che ci è ostile. Non sarà facile, vista la frammentazione partitica e la dura contrapposizione politica che c'è in parlamento, che potrebbero riportarci a nuove elezioni anticipate. Se infine qualcuno mi chiederà se la nostra emittente ha fatto bene il suo lavoro durante le elezioni, diciamo che sarei preoccupato se non avessimo infastidito nessuno. E, comunque, anche il neocostituito comitato di programma ha constatato che è stato fatto un buon lavoro.