In primo piano la politica locale in Slovenia in relazione alla Comunità nazionale italiana. L’ assestamento delle nuove amministrazioni locali in regione, dopo le elezioni di dicembre, si sta svolgendo senza particolari problemi, a parte Capodistria, dove stiamo assistendo ad un fastidioso braccio di ferro tra il nuovo sindaco e la minoranza italiana della città sul nome del futuro vicesindaco italiano. Facciamo un passo indietro. In un’intervista preelettorale, l’attuale sindaco di Capodistria, Aleš Bržan, rivolgendosi al giornalista di TV Capodistria aveva detto, cito : “voglio per la vostra minoranza un futuro migliore” . La frase mette in evidenza, oltre ai bei propositi del sindaco, la marcatura di distanza fra i due soggetti, il sindaco sloveno e la comunità italiana della città. Ora, niente di male se qualcuno decide di marcare le distanze. E' cosa che capita in aree di confine, dove le soggettività nazionali spesso si costruiscono marcando le distanze e le differenze. Anche se, fra parentesi, dal sindaco di una città ci si aspetta che faccia proprie tutte le comunità che la compongono e ne rispetti la soggettività. La frase preelettorale di Bržan, detta il 10 novembre del 2018, mette in evidenza le differenze, ma, nei buoni propositi di un futuro migliore, mette in evidenza anche l’ ipotesi di un ponte fra i due soggetti. Un ponte, e non un muro tra la nostra e la sua minoranza.
Aljoša Curavić
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