Tira brutta aria in Slovenia, su quel territorio magmatico che giornalisticamente chiamiamo crisi politica. Dopo le dimissioni del governo di centrosinistra Šarerc, sta succedendo di tutto. Stiamo assistendo ad una guerra totale tra chi vorrebbe andare alle elezioni anticipate e chi vorrebbe un governo targato Janša. E’ un teatrino, pieno di rancore e odio, a cui siamo abituati già da decenni. Da un parte Janša, il leader di centro destra e del maggiore partito del paese, dall’ altra gli anti Janša. Da una parte gli ex comunisti, dall’ altra gli ex collaborazionisti o presunti tali. Un film vecchio, in bianco e nero, che paralizza la società civile e la creatività. Per fortuna che c’è il coronavirus ( lo dico con ironia).
Non c’è motivo di panico. Titola in prima pagina il Delo, il principale quotidiano sloveno, alla notizia del primo cittadino sloveno contagiato dal coronavirus. E’ proprio vero, ogni epoca ha la sua pestilenza che rimanda a qualcosa che va storto, che riflette un male interiore. Oggi, per effetto del coronavirus, siamo tutti potenzialmente contagiati, controllati, isolati agli arresti domiciliari. Le immagini dalle megalopoli cinesi trasformate in lazzaretti sono la fotografia di una realtà possibile.
Non ci resta che reinventarci l’ amore, ai tempi del coronavirus.
Aljoša Curavić
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