La notizia della settimana è glocal. Nel senso che coinvolge sia il globale che il locale. Ad essere ancora più precisi, coinvolge praticamente l’ uscio di casa nostra. E’ iniziata a Roma, in un’ atmosfera di sfarzo regale, la visita del capo di Stato cinese, Xi Jinping. Una visita pragmatica che più non si può. Sul tappeto la via della seta, che fa paura agli Stati Uniti e all’ Unione europea. Un business da miliardi di miliardi di dollari che interessa le telecomunicazioni e i porti. Uno in particolare, il porto di Trieste, che con l’ entrata del capitale cinese subirà un rilancio significativo della sua centralità su tutto il territorio alto adriatico. L’ entrata della Cina in Italia è una risposta alla crisi economica e alla recessione , come sostenuto dal governo italiano, comunque diviso sull’ operazione, ma sta provocando anche motivate paure. La Cina è un paese autocratico, monopartitico, che usa il capitalismo per espandere la sua influenza come creditore e invadere il mercato con i suoi prodotti. Poi c’è la questione ambientale. L’ alto adriatico, già intasato con le infrastrutture portuali esistenti, con la via della seta potrebbe vedere aumentare esponenzialmente il traffico di merci, con un impatto ambientale devastante. Intanto, il porto di Capodistria e quello di Fiume, per adesso, stanno a guardare. Con preoccupazione, per la concorrenza, e con tanta voglia di shopping.
Aljoša Curavić
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