Le notizie false. E' questo il problema che ci sta assillando in queste settimane. In seguito allo scandalo che ha coinvolto Facebook, che ha permesso l' uso di dati personali di oltre ottanta milioni di utenti per scopi elettorali negli Stati uniti, in Unione europea ci si sta chiedendo come affrontare due concetti in qualche modo contradditori ma assolutamente necessari per tenere in piedi le democrazie: il concetto della libertà di espressione e della tutela della privacy, della sicurezza. Ormai la politica, si sa, è in campagna elettorale permanente, e ciò che è successo negli Stati uniti con i dati di Facebook manipolati, potrebbe succedere anche dalle nostre parti, dove non siamo immuni ai problemi ma anche ai benefici della globalizzazione, dell'apparente libertà assoluta concessa dalla rete e delle fake news. Fra qualche mese ci saranno le elezioni in Slovenia. Il prossimo anno ci saranno le europee e c'è chi pensa che ci sarà una campagna antieuropeista per mettere in crisi l' Unione. Ora, detto questo, un problema, altrettanto se non più grave, è la debolezza della stampa cosiddetta seria, che troppo spesso cade nei tranelli delle notizie false e non riesce più a cogliere la realtà sbagliando grossolanamente letture e previsioni. Il giornalismo è in crisi anche perché si è trasformato in casta fine a se stessa e non riesce a riconoscere gli sbagli che fa. Succede anche dalle nostre parti, anche nel piccolo mondo della Comunita' nazionale italiana in Istria e dintorni, dove spesso ci si chiude nella falsa convinzione, per qualcuno rassicurante, che intanto nessuno ci guarda o ascolta. E' una fake news anche questa, inventata da chi vuol far finta che non esistiamo.
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