Complice la situazione sanitaria e la diffusione del virus, ormai fuori controllo, e il sistema sanitario compromesso, anche da decenni di incuria, la sensazione che abbiamo è che i politici stiano pescando nel torbido degli istinti nazionali per spingere sulle chiusure. Soprattutto lungo le aree di confine, da sempre sottomesse a retoriche di chiusura. Sta succedendo anche in questi giorni. La Slovenia chiude unilateralmente i confini con l’Italia e il sindaco di Nova Gorica, Klemen Miklavič protesta con spirito europeo. Qualsiasi limitazione lungo il confine influisce in particolar modo sulla vita delle due minoranze, quella italiana e quella slovena, e danneggia l’economia locale. Così il sindaco sloveno al quale gli fa eco quello italiano di Gorizia, Rodolfo Ziberna, che vuole scongiurare passi unilaterali da parte del governo di Roma su un territorio negli ultimi anni fra i più permeabili e cooperativi. Un territorio che punta a diventare capitale europea della cultura. Una candidatura credibile, anche grazie a queste prese di posizione. Prese di posizione che ci saremmo aspettati e ancora ci aspettiamo da parte del capodistriano e di Trieste.
Aljoša Curavić