La neoeletta presidente dell’Assemblea ha lasciato che il fratello del presidente dell’Unione spadroneggiasse, dimenticando non solo di far rispettare i regolamenti, ma anche le basilari regole del confronto civile.
Ad un certo punto si è persino rischiata la rissa, quando, in una pausa dei lavori, Fabrizio Radin si è avvicinato al presidente della Giunta Maurizio Tremul, passando presto dal confronto all’aggressione verbale. A quel punto è stata proprio la Brussich ad allontanare Radin prima che il tutto degenerasse davanti agli occhi del Console, dei consiglieri e degli altri presenti.
Il piano di Fabrizio Radin, coadiuvato da “La Svolta” e dalle comunità di Rovigno, Pola e Fiume, è chiaro: eliminare Tremul. La tesi è che lo vogliono le “comunità storiche”, quelle che avrebbero più diritto delle altre di disporre a loro piacimento dell’Unione. Tremul, del resto sarebbe, la causa di tutti i mali della minoranza, per cui sarebbe fondamentale toglierlo di mezzo per cambiare radicalmente l’organizzazione. Sulla stessa linea, o quasi, anche il presidente dell’Unione, Furio Radin, che sarebbe anche disposto a salvare Tremul, consentendogli la candidatura diretta alle prossime elezioni alla carica di Presidente dell’Unione, ma a patto di rendere questo ruolo di mera rappresentanza. In sintesi si tratterebbe di depotenziare Tremul, di non consentirgli di gestire l’Unione dallo scranno presidenziale o di far eleggere un suo uomo alla guida della Giunta. Il piano minimo quindi e di lasciarlo senza potere reale e probabilmente senza stipendio.
Un confronto durissimo quello in atto all’interno della minoranza, dove la connection polese, legata mani e piedi alla Dieta sta cercando di ridisegnare l’Unione, trasformandola in una associazione come tutte le altre, senza particolari prerogative politiche. Una prospettiva che certamente non deve dispiacere quella parte della sinistra italiana, che tramite i suoi uomini all’interno dell’Università popolare di Trieste sta cercando di rendere sempre più effimero il ruolo dell’Unione italiana.
Così mentre pochi consiglieri urlanti tengono in scacco l’assemblea di Unione Italiana, gli altri intimoriti e sbigottiti dalla veemenza del confronto e da minacce più o meno velate tacciono. Tremul ora può contare sulla maggioranza relativa in assemblea, ma, tranne rarissime eccezioni, i suoi sostenitori preferiscono non esporsi, così, se devono dire qualcosa lo fanno tra loro a bassa voce nei corridoi.