Sei donne, Ofelia Altomare, Giulia Massolino, Michela Novel, Roberta Nunin, Katja Superina e Franca Vilevich e tre uomini, Leo Brattoli, Dario Gasparo e Federico Monti, esponenti di Adesso Trieste che correranno nella lista civica Patto per l'Autonomia a supporto della candidatura a Presidente della Regione di Massimo Moretuzzo.
Una sfida molto difficile, quella di cercare di scalzare Massimiliano Fedriga dallo scranno regionale, ma lo stesso Massimo Moretuzzo ci spiega quali sono le sue idee per riuscire nell'impresa: "noi dobbiamo far capire alle persone e dovremo essere bravi a farlo, che bisogna andare oltre agli slogan, che la propaganda non basta. E questo l'abbiamo visto sulla sanità, dove drammaticamente si stanno accorgendo tutti che c'è una situazione di grande difficoltà. Non possiamo dire che tutto va bene, non possiamo dirlo alle persone che lavorano dentro il Servizio sanitario regionale e che oggi lo stanno, loro malgrado, abbandonando progressivamente. Ci sono persone che hanno lavorato per decine di anni orgogliosamente dentro il servizio pubblico regionale che oggi, con il cuore spezzato, lo stanno abbandonando perché non riescono a sostenere un livello di disorganizzazione che non è più accettabile. Dobbiamo far capire che la propaganda non paga. Quando parliamo della transizione ecologica ed energetica, non basta dire che abbiamo messo 100 milioni sul fotovoltaico, bisogna far capire alle imprese che il tema dei bonus è un tema che deve essere superato, dobbiamo tornare alla politica del lavoro ed abbandonare progressivamente la politica dei bonus, usati ovunque per ottenere consenso, anche con elargizioni che sono state fatte in questi anni a colpi di decine di milioni di euro, semplicemente per ristorare qualche maggiorazione di costo per alcune imprese. Non credo che sia una buona politica. Noi abbiamo in testa un'idea di Regione diversa e lavoreremo sicuramente in questa direzione".
Sembra di capire che sia la concretezza il valore aggiunto della vostra lista.
"Sì, noi partiamo dall'esperienza concreta ed io stesso vengo da una storia di amministratore locale, ho fatto il sindaco di un piccolo comune del Medio Friuli e faccio l'imprenditore in un'azienda in cui ci sono 25 persone che lavorano. Ho lavorato a lungo e ho fatto parte e continuo a far parte del mondo del terzo settore, della cooperazione sociale, del volontariato. Ecco, la consapevolezza che abbiamo è quella che tutti questi mondi hanno molto da dire, hanno delle proposte, hanno delle analisi c'è bisogno di riaprire dei canai di ascolto, riportare le istituzioni in mezzo alle comunità, in mezzo ai nostri territori ed essere in grado, a partire da questo ascolto, di fare nostre le proposte che arrivano dei territori. Ce n'è tante, ci sono tantissimi segni che è possibile cambiare direzione. Noi siamo qui per questo".
Davide Fifaco