Sembra portare alla cordata costituita da imprenditori veneti e del Friuli Venezia Giulia la corsa per l’acquisto dei quotidiani del Triveneto attualmente di proprietà del gruppo Gedi, società proprietaria anche della Stampa e di Repubblica, e che fa capo alla famiglia Agnelli.
Il gruppo di impreditori del Triveneto, rappresentato da Banca Finint, ha infatti presentato, dopo settimane di voci a riguardo, un’offerta per rilevare la proprietà di tutte le testate Gedi del Nordest: oltre al Piccolo di Trieste e al Messaggero Veneto, anche il Mattino di Padova, la Tribuna di Treviso, la Nuova di Venezia e Mestre, il Corriere delle Alpi e Nordest Economia.
La cordata, guidata dalla Sace di Edoardo Marchi, che controlla gli aeroporti veneti e la stessa Banca Finint, avrà l’esclusiva nella trattativa fino a giugno, periodo necessario per verificare conti e prospettive, e dare il via libera definitivo all’acquisto.
Gli altri due soggetti interessati all’acquisto erano il gruppo Caltagirone, già proprietario del Messaggero di Roma e del Gazzettino, e la Sae, società editoriale che aveva già acquistato dei quotidiani del gruppo, ma con entrambi i contatti con Gedi erano in una fase meno avanzata.
La notizia è giunta a poche dall’incontro avvenuto al Circolo della Stampa di Trieste fra i Comitati di redazione di Piccolo e Messaggero Veneto e i parlamentari del Friuli Venezia Giulia, che, senza distinzioni di orientamento politico, hanno assicurato la massima attenzione per garantire i livelli occupazionali nelle redazioni e anche la qualità dell’informazione di due giornali fondamentali per le scelte consapevoli dei cittadini e la democrazia.
Nessuno dice che Gedi non può o non deve vendere il Piccolo e il Messaggero Veneto, giornali che in ogni caso sono in buona salute e fanno profitto, hanno concordato giornalisti e politici, ma la proprietà deve rendersi conto del ruolo che un’azienda editoriale ha sul territorio.
Il timore, che sembra allontanarsi dopo l’apertura di una trattativa per tutti i sei giornali, era quella di una frammentazione del gruppo con un generale indebolimento delle strutture e della capacità di fare informazione di testate storiche, veri punti di riferimento per i cittadini del Triveneto.
Nonostante l’ipotesi della cordata rappresentata da Banca Finint fosse quella guardata con minor timore parte delle redazioni, l’incertezza comunque rimane: al momento non si conoscono né i termini del pre accordo fra Gedi e la cordata, né i contenuti di un eventuale piano industriale, e, visti i tempi annunciati per la cosiddetta “due diligence” (la verifica e l’approfondimento di dati e di informazioni relative alla trattativa), i giornali, e chi ci lavora, rimarranno in una sorta di limbo per mesi, con l’effetto fra l’altro di bloccare tutti i progetti di sviluppo, come quelli sul digitale.
La preoccupazione delle redazioni è evidente anche nella nota diffusa dai Cdr dei sei giornali dopo l'incontro avuto con l'attuale proprietà: "Nel rendere pubblica l’operazione, il presidente di Banca Finint Enrico Marchi ha dichiarato di voler coinvolgere nelle prossime settimane «anche rappresentanti della migliore imprenditoria del Friuli Venezia Giulia», aggiungendo che le redazioni coinvolte «sono il fulcro fondamentale, da valorizzare e integrare nel lungo periodo»".
"I Comitati di redazione auspicano che queste intenzioni siano confermate, qualora la newco appena costituita decida davvero di rilevare le sei testate oggetto della trattativa. Positivo per i Cdr è che l’annuncio di ieri metta un argine alle indiscrezioni sull’esistenza di tre diverse cordate interessate all’acquisto, ma preoccupa che i tempi indicati dai vertici di Gedi prevedano un percorso di almeno sei mesi di sospensione, che segnerà la vita e il lavoro delle redazioni e dei giornalisti che vi operano".
"I Comitati di redazione sono pronti fin da ora a incontrare il presidente di Banca Finint Enrico Marchi, per ascoltare le intenzioni della cordata da lui rappresentata e auspicano che questo passaggio possa avvenire il prima possibile" ma, aggiungono "resta forte la perplessità per l’approccio editoriale del gruppo Gedi, che dopo aver negato ogni volontà di cessione a dicembre, ha repentinamente mutato i propri piani e che ora ufficializza l’entrata nel vivo della cessione. In questo difficile frangente dà animo ai giornalisti la solidarietà che parlamentari e membri di governo tutte le forze politiche del Fvg, da Fratelli d’Italia al Pd, dalla Lega al Movimento 5 stelle, da Forza Italia al Terzo polo, hanno espresso ai rappresentanti di Piccolo e Messaggero Veneto nell’incontro tenutosi nella mattinata di ieri nella sede di Assostampa".
Alessandro Martegani