"Con l'autonomia è possibile migliorare la qualità della vita dei cittadini": lo ha affermato il presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, Mauro Bordin, che ha tenuto questa mattina la tradizionale conferenza stampa di fine anno, la prima del suo mandato iniziato il 26 aprile scorso.
Bordin ha incentrato il suo intervento soprattutto sullo sviluppo dell’autonomia che, ha detto, “è un’opportunità importante, di cui non bisogna avere paura: significa – ha aggiunto - saper gestire le risorse in modo capace, con le proprie idee, per la crescita”.
Secondo il Presidente del Consiglio regionale proprio l’autonomia va rafforzata, un passaggio più importante di altre riforme come quella del presidenzialismo: “La storia del Friuli Venezia Giulia – ha spiegato - dimostra che si tratta di una grande opportunità e non se ne deve avere paura. Chi la teme forse non è convinto delle sue capacità di gestire il territorio".
Riguardo il presidenzialismo, cavallo di battaglia di Fratelli d’Italia, alleato della Lega, il partito di Bordin in Regione e a livello nazionale, il Presidente ha affermato che “il suo merito è garantire la stabilità, il suo limite la riduzione degli spazi di confronto”.
Su un altro tema chiave per la Regione, l’immigrazione, Bordin ha ricordato che il Consiglio regionale ha "poteri molto limitati, di stimolo, di persuasione per chiedere interventi determinati in tal senso" e che "il tema, divisivo, richiede invece una gestione unitaria, europea: ci vedrà protagonista nei prossimi anni e dobbiamo trovare un equilibrio, per garantire la pace sociale".
“Di certo - ha aggiunto il Presidente - la nostra società sta invecchiando, la denatalità è impressionante, e noi dovremo assicurare al mercato del lavoro le risorse necessarie: servono grande serietà e rigore nella gestione, per evitare situazioni che imbarazzano”, ha affermato, riferendosi al caso del Silos di Trieste, la struttura in cui vivono centinaia di migranti e di cui avevano parlato nel corso dell’incontro anche Enrico Sbriglia, presidente dell'Osservatorio antimafia, e il vicepresidente e consigliere regionale di opposizione Francesco Russo.
Proprio Russo che, pur riconoscendo "lo stile, la collaborazione leale benché ruvida a volte, e l'attenzione" tra le diverse parti politiche presenti in Consiglio, ha anche ammesso che ci sono “situazioni che ci dividono, alcune legate a grandi disagi”. “Una – ha spiegato - anche a poche centinaia di metri da qui, al Silos di Trieste, dove molte persone vivono sofferenze alle quali ci sentiamo tutti impegnati a rispondere. Ecco perché non può mancare un augurio di pace in un mondo in cui il valore che rende possibile lo sviluppo economico sia legato a un contesto internazionale nel quale dobbiamo ricordare, come ci hanno insegnato i nostri nonni, che senza pace non esiste sviluppo".
Alessandro Martegani