Un corpo costituito da ragazzini, da uomini con precedenti e passati oscuri, indisciplinati e mal addestrati, mossi dall’avidità e dalla crudeltà, e responsabili di atrocità in collaborazione con i nazisti. È il quadro tracciato della X MAS (il corpo rifondato nel 1943 da Juino Valerio Borghese e messo a disposizione dei nazisti, e che nulla aveva che fare con la X flottiglia Mas della regia marina, i cui membri invece si distinsero in azioni leggendarie) da Luciano Patat, ricercatore e autore del libro “‘La X Mas al confine orientale”.
Fra una settimana dovrebbero essere ricevuti in comune a Gorizia, come ogni anno, i membri dell’associazione dei reduci della X MAS per commemorare i goriziani deportati e scomparsi in Jugoslavia: un’iniziativa che ha sempre opposto l’amministrazione comunale di centro destra (la stessa che ha votato contro alla revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini) alle opposizioni e all’Anpi, L’Associazione Nazionale Partigiani. In vista della cerimonia l’Anpi e l’Irsrec, l’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, hanno organizzato un incontro al Trgovski dom di Gorizia, per fare luce sulla realtà della X MAS, e Luciano Patat è stato molto chiaro sulla natura del corpo mitizzato dalla destra radicale in Italia: “La X Mas di Borghese – ha spiegato - non ha nulla a che fare con la X flottiglia MAS della Marina, autrice di azioni coraggiose. Quella di Borghese non aveva nemmeno una barca, ed è stato il primo reparto collaborazionista in Italia, prima ancora della nascita della Repubblica sociale. Non rispondeva a Mussolini o al generale Graziani, ma solo ai tedeschi, era solo volontaria, perché aveva condizioni migliori e più soldi per i soldati, e arruolò tutti, dai ragazzini ai criminali”.
“Ebbe principalmente funzioni antipartigiane, e i suoi componenti si macchiarono di ogni genere di crimini, come incendi di interi paesi, saccheggi, esecuzioni sommarie, fatti segnalati dai parroci e dalle stesse autorità della Repubblica Sociale, che mal sopportavano questo corpo fuori controllo”. Ci furono delle segnalazioni al Generale Graziani, Comandante dell’esercito della Repubblica sociale, e a Mussolini, da parte dei prefetti, un po’ in tutto il territorio controllato dalla RSI, ma anche da alti dirigenti della stessa RSI, che ritenevano Borghese inadatto al comando e il reparto totalmente indisciplinato e autore di violenze gratuite e comportamenti criminali. Dai documenti raccolti nel libro, risulta che gli stessi ministri e generali della Repubblica Sociale li consideravano una sorta di “banda di delinquenti”, “un’accozzaglia di disperati che si arruolavano per sbarcare il lunario”
La X MAS non entrerà nemmeno nell'esercito della Repubblica sociale, verrà governata durante i suoi venti mesi di vita dai tedeschi e dipenderà direttamente dal generale Karl Wolff, che era il comandante militare delle SS tedesche del Nord Italia.
Sul fronte orientale, dove operarono alcuni battaglioni, i militari della X MAS riuscirono perfino ad avere frizioni con i tedeschi, sia perché i nazisti non condividevano il processo di italianizzazione e antisloveno, sia perché i militari della X MAS si abbandonavano a violenze e abusi, oltre che a reati.
“La X MAS – spiega Patat - ebbe anche difficoltà di convivenza con le altre formazioni collaborazioniste e con le altre forze armate italiane. Fu un’esperienza definita “fallimentare”: lo stesso Graziani segnala come il battaglione Fulmine fosse stato sostituito da tedeschi con formazioni slavo serbe”.
Nell’unica battaglia in cui venne coinvolto, a Tarnova, il battaglione Fulmine fu quasi distrutto, e poi cacciato da Gorizia dal gauleiter Rainer, perché “non all’altezza, senza una formazione adeguata, senza disciplina, incline ai crimini”. Crimini che, a guerra finita, furono lasciati di fatto impuniti, con gli ufficiali della X MAS che furono prima condannati, ma poi si videro annullare le sentenze. Lo stesso Borghese non fece che qualche mese di prigione, entrò nel Movimento sociale e poi pianificò un colpo di Stato.
Patat smonta anche l’immagine ceh rappresnta la X MAS come un corpo che tutelò l'italianità e salvò il confine orientale dal comunismo: “Non ha alcun senso, perché la decima MAS venne chiamata in queste terre per partecipare a un’operazione militare, a un rastrellamento contro IX Korpus, ma di fatto il IX Korpus non aveva alcuna intenzione di attaccare Gorizia né d’invaderla. Sarebbe stata una sconfitta militare certa, non avrebbe potuto competere con l'esercito tedesco, che era fornito di aerei e carri armati. Sarebbe stato un massacro per le formazioni partigiane e del resto non c'è alcun documento che dica che il IX Korpus aveva intenzione di attaccare Gorizia, era una fantasia che qualcuno si era messo in testa: i membri della X MAS non ebbero alcun ruolo nella difesa dell’italianità di Gorizia”.
L’incontro, che ha gremito la sala del Trgovski dom, è stato moderato da Anna Di Gianantonio, Vicepresidente Irsrec FVG, che ha biasimato il fatto che nostalgici di questo corpo “vengano ricevuti da un’amministrazione pubblica”. “Avevamo chiesto – ha spiegato -che almeno per quest’anno questo evento non si tenesse, per rispetto all’ormai imminente avvio della Capitale europea della Cultura, ma i nostro appelli sono rimasti inascoltati”.
“A dicembre il Consiglio Comunale ha respinto la revoca di cittadinanza onoraria a Mussolini, con la motivazione che non si può cancellare la storia, e mi è toccato sentire addirittura un paragone fra chi chiedeva la revoca e i talebani che abbatterono le statue di Budda, il tutto a due mesi da GO!2025”.
“Il sindaco Ziberna - ha aggiunto - ha risposto sulla stampa, invitando chi contesta a mettere da parte le divisioni ideologiche e a parlare con la X MAS: ma perché non lo fa lui? – ha detto alla platea -. Noi abbiamo chiesto un dialogo al Sindaco più volte, ma non ha mai dimostrato disponibilità. Anche nel caso della targa al liceo classico di Gorizia, che ricorda Norma Cossetto e Milojka Štrukelj (due studentesse dell'istituto goriziano che furono vittime rispettivamente dei partigiani titini e dei nazifascisti) nessuno di noi è stato convocato”.
“Respingere l’immagine e i principi della X MAS – ha concluso - non è una prerogativa dei comunisti, ma di tutti i democratici”.
Alessandro Martegani