Un problema quello della diffusione del virus West Nile attraverso le zanzare che sta toccando molte regioni italiane e tra queste, a partire dagli inizi di agosto, anche il Friuli Venezia Giulia.
A partire dal pordenonese dove un mese fa venne individuato il primo contagio, il virus si sta facendo strada verso est e sino ad ora i trattamenti effettuati sono stati 29, dei quali 20 su esseri umani: uno a Gorizia, tre nell'udinese e 16 nel pordenonese.
Fondamentale per estirpare il virus è l'immediata disinfestazione della zona dove proviene il contagiato e per questo la Regione Friuli Venezia Giulia ha tenuto proprio in questo giorni un tavolo di lavoro per coordinare la campagna di disinfestazione che prevede due cicli sia per le zanzare adulte sia per le larve.
L’intervento scatta nel raggio di 500 metri da dove è stato registrato il caso di infezione umana (4 chilometri se di tipo animale) e prevede l’uso di un prodotto derivante dal piretro di bassa tossicità per l’ambiente. Tra le raccomandazioni da seguire durante la disinfestazione (che avviene di notte), quella di chiudere le finestre, non tenere il bucato all’esterno ad asciugare e chiudere in casa gli animali, oltre a quella di consumare gli ortaggi (lavandoli) 72 ore dopo le operazioni.
Si spera così di ridurre la diffusione del virus, contro il quale non esistono vaccini e che quando la reazione diventa sintomatica, tende a colpire il sistema nervoso causando cefalee ed encefaliti, oltre a febbre alta.
Purtroppo in questi giorni si è registrato nel pordenonese anche il primo decesso causato dal West Nile. Si tratta di una donna di 93 anni, residente a Chions che soffriva già di altre patologie pregresse.
Barbara Costamagna