Le province continuano a far discutere soprattutto in Friuli Venezia Giulia: enti intermedi da sempre oggetto di dibattito, le province avrebbero dovuto essere eliminate in tutta Italia dal referendum costituzionale che invece segnò la fine del governo Renzi nel 2014. Le funzioni degli enti provinciali sono state comunque molto ridimensionate, ma il Friuli Venezia Giulia era andato oltre, eliminando del tutto le province nel 2016 su spinta dell’allora presidente della Regione Deborah Serracchiani.
Ora la maggioranza di centro destra in regione, a pochi mesi dalle elezioni, punta a ricostituire le province, e una legge in merito è già passata in commissione con la contrarietà delle opposizioni, non mancando di accendere il confronto, soprattutto dopo le dichiarazioni dell'assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, che ha parlato di contraddizioni sul tema all’interno dei rappresentanti politici della comunità slovena.
Da una parte infatti il consigliere regionale del Pd, Marko Pisani, si è espresso, come tutta l’opposizione in Consiglio regionale, contro il progetto, mentre, ha ricordato Roberti, la senatrice del Pd Tatjana Rojc, è firmataria di un disegno di legge per la reintroduzione delle Province elettive.
La firma della senatrice Rojc sul progetto in realtà è stata ritirata lo scorso 13 gennaio, ma il tema rimane e si allarga anche più in generale alla rappresentatività degli eletti della comunità slovena. “Mi chiedo, da assessore che detiene la competenza proprio sulle minoranze linguistiche, - aveva detto Roberti - quale sia a livello istituzionale, regionale e nazionale, l’autentica rappresentanza della comunità slovena: sembra che i rappresentanti sloveni eletti nelle istituzioni chiedano il ripristino delle Province in tutta Italia, ma non nel Friuli Venezia Giulia, cosa alquanto singolare dal momento che, proprio nelle fattispecie territoriali giuliane ed isontine, l'ente intermedio elettivo potrebbe garantire più efficacemente la specificità linguistica e culturale della minoranza linguistica".
Ancor più diretto il consigliere della Lega Danilo Slokar: “L'azzeramento delle province fu voluto dalla Presidente Serracchiani e quindi da tutto il Partito Democratico, Unione slovena compresa, e ha portato alla non continuità territoriale per gli sloveni: da Muggia a Tarvisio la comunità slovena non ha avuto più una continuità. Reintroducendo le province, passo che ha avuto l'appoggio anche di tutti i sindaci del territorio, fino a Tarvisio, ridaremo continuità alla comunità slovena. Alla prova dei fatti invece, il Partito Democratico, e quindi la senatrice Rojc e il consigliere regionale Pisani, hanno detto che la continuità territoriale a loro non interessa, una cosa che ha fatto scandalo anche in Slovenia. Abbiamo raggiunto un grandissimo risultato con la nuova legge, e mi spiace dire che la senatrice Rojc e il consigliere Pisani evidentemente non rappresentano più la comunità slovena, ma rappresentano il Partito Democratico, e questa è una cosa molto triste per la minoranza linguistica”.
Il Pd però, così come le altre forze di opposizione in regione, tiene la posizione: “Sulle Province il Pd del Fvg non ha cambiato idea – ha osservato il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Diego Moretti -: restiamo coerenti con quanto il Consiglio regionale decise a suo tempo all'unanimità, compreso lo stesso Centrodestra regionale che oggi fa marcia indietro". "Quanto accade a Roma, anche nel Pd, non può influenzare le scelte in Fvg. Se nel frattempo, per ordini di scuderia, qualcuno nella Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia o nella lista Tondo ha cambiato idea, è un problema suo. Le contraddizioni - conclude Moretti - stanno in chi cambia la propria opinione a seconda del mutare dei contesti".
Alessandro Martegani