Entro giugno il Silos di Trieste sarà chiuso, la struttura sarà venduta e i migranti saranno trasferiti sul Carso.
È questo il percorso indicato dal ministro italiano dell’interno Matteo Piantedosi per risolvere il problema del Silos di Trieste, antica struttura nei pressi della Stazione dove vivono in condizioni inaccettabili centinaia di migranti. Piantedosi ha fatto il punto sulla vicenda al Senato, rispondendo a un’interrogazione della senatrice del Pd Tatjana Rojc, che ha portato in aula un problema che rimane in primo piano in città e che aveva suscitato reazioni e prese di posizione anche a livello nazionale.
La senatrice aveva chiesto al ministro di riconoscere che "nel Silos di Trieste si è consumato un dramma umanitario, con l'abbandono di molte persone da parte delle istituzioni". L’interrogazione chiedeva anche informazioni sui trasferimenti, e se si potesse definire superata la decisione di aprire un hotspot in regione.
Secondo il responsabile del Viminale, nell’ultima riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza del capoluogo giuliano, “era stata valutata da parte del sindaco di Trieste la possibilità di adottare un'ordinanza di sgombero nonché di perfezionare la concessione alla Prefettura del campo scout sito nella frazione di Prosecco, al fine di attrezzare una struttura di accoglienza capace di assorbire l'impatto della presenza di migranti sul territorio”.
Piantedosi ha poi ricordato che “un considerevole numero di migranti non si presenta più per la formalizzazione richiesta protezione internazionale” e che “l’impatto migratorio determina criticità come quello dell'ex Silos, dove si rifugiano migranti in posizione irregolare”. “La situazione dell'ex silos è in costante attenzione della prefettura di Trieste, che ha acquisito la disponibilità della proprietà a interventi di messa in sicurezza in vista della compravendita della struttura programmata nel mese di giugno”.
La proprietà della struttura, la Coop Alleanza 3.0, non ha fornito particolari sulla procedura di vendita, un passaggio decisivo per avviare le procedure di sgombero e messa in sicurezza.
La notizia è stata commentata positivamente dalle organizzazioni che si occupano dell’assistenza ai migranti, ma per Tatjana Rojc la risposta del ministro non è stata tutto soddisfacente: “L’accoglienza immediata dei richiedenti asilo privi di mezzi è dovere delle amministrazioni pubbliche – ha detto in aula - tanto alla luce della legislazione internazionale e del diritto europeo quanto alla luce della legislazione italiana”. “Se viene a mancare l'umanità – ha aggiunto - significa che il nostro Paese, per come viene gestito in assenza di valori etici nei quali identificarci come cittadini, è destinato al declino totale".
Ancor più esplicito il commento affidato a una nota successiva: “Tranne il mantenimento della sospensione di Schengen – ha scritto al senatrice - è buio fitto sui propositi e le strategie del governo nella gestione degli arrivi dalla rotta balcanica. Non emerge nulla – ha aggiunto - tranne freddezza di numeri dalla risposta del ministro Piantedosi all'interrogazione con cui ho cercato di avere certezze sulla situazione e sul futuro delle centinaia di migranti rifugiati nel cosiddetto Silos di Trieste.
Nel corso dell’intervento al Senato Piantedosi ha anche fornito dei dati sui fluissi migratori attraverso ala Rotta Balcanica: "Secondo i dati forniti da Frontex - ha detto - la rotta balcanica è stata la seconda via di accesso principale all'Europa dopo quella Mediterraneo. Il ripristino dei controlli ha consentito fino al 12 marzo di respingere in quella frontiera 1.352 migranti a fronte dei circa 40 migranti riammessi in Slovenia nell'analogo periodo dell'anno precedente”.
La forte pressione migratoria via terra che si registra in quel quadrante geografico, provoca ricadute anche sulla gestione dell'accoglienza in particolare nella provincia di Trieste. Di conseguenza è stata messa in atto una strategia di alleggerimento. Nel 2023, su 2.433 trasferimenti dal Friuli Venezia Giulia, 1.788 sono stati effettuati dalla provincia di Trieste, quest'anno dei 685 nella regione, 348 sono dalla provincia di Trieste e proprio oggi c'è stato un ulteriore trasferimento di 50 richiedenti asilo”.
Sulle dichiarazioni del ministro Piantedosi è intervento anche il Consorzio Italiano di solidarietà, organizzazione che si occupa di accoglienza ai migranti. “Le parole del ministro, si legge in una nota “appaiono confuse e poco coerenti: l’Ostello Scout di Prosecco, che si finge di individuare quale nuova soluzione, è utilizzato in modo ininterrotto come struttura di prima accoglienza fin dalla primavera 2020, e ciò non ha evitato il prodursi della situazione di degrado del Silos”.
“L’utilizzo dell’Ostello - aggiunge l’ICS - non rappresenta di per sé alcuna soluzione se non verrà realmente attuato il piano di prima accoglienza e ricollocamento dei richiedenti asilo, e il Silos non potrà dunque essere chiuso finché tale luogo sarà costretto a svolgere le funzioni di una sorta di indegna “stanza di attesa” di richiedenti asilo, ai quali non viene assegnato il posto di accoglienza di cui essi hanno diritto, in chiara violazione delle normative vigenti”.
“Il ministro Piantedosi – continua la nota - riferisce altresì che sono stati effettuati 1.352 respingimenti al confine italo-sloveno nel periodo compreso tra il 21 ottobre 2023 e il 12 marzo 2024, nel quale è stato ripristinato il controllo della frontiera interna. Non si comprende l’accostamento di tali dati con le sovra evidenziate inefficienze istituzionali nell’organizzazione del sistema di accoglienza, dal momento che il ripristino dei controlli alle frontiere interne non modifica in alcun modo il diritto del cittadino straniero a chiedere asilo alla frontiera italiana. Intende Piantedosi alludere al fatto che vi sono stati respingimenti di richiedenti asilo? A ICS non risultano elementi in tal senso, ma se il ministro alludesse a ciò, tali respingimenti sarebbero avvenuti in aperta violazione delle normative internazionali ed europee, ripristinando la situazione di totale illegalità al confine triestino che si riteneva superata dopo la fine delle riammissioni illegali”.
Alessandro Martegani