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"Ancora una volta c'è chi prende spunto dai fatti di cronaca al solo scopo di compiere della semplicistica speculazione politica, attaccando paradossalmente quelle istituzioni che danno loro da vivere attraverso regolari appalti".
Quello dell’assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, è l’ultimo intervento sul caso degli otto migranti rimasti intossicati dal monossido di carbonio in una struttura abbandonata del Porto Vecchio di Trieste. Gli otto, che dormivano accanto a un fuoco acceso, sono stati soccorsi e ricoverati in ospedale, ma sul caso aveva attaccato Gianfranco Schiavone, del Consorzio italiano di solidarietà, organizzazione che si occupa di dare assistenza ai migranti: secondo Schiavone, le persone ricoverate sarebbero state in passato respinte più volte dagli uffici della Questura, dove avrebbero dovuto sottoporsi alla procedura di fotosegnalamento, passaggio che avrebbe avviato l’iter dell'accoglienza. Per Schiavone le autorità italiane applicherebbero le norme interpretandole in maniera restrittiva, mentre aveva detto, si dovrebbe permettere l'accesso alle strutture già dopo la prima richiesta di protezione da parte del richiedente asilo.
"Esistono strutture di accoglienza – ha però replicato Roberti - pagate con fondi statali e gestite da specifiche associazioni, in cui figurano esserci decine di posti liberi. C'è da chiedersi come mai ciò avvenga e quale sia il motivo per cui, a fronte di luoghi salubri destinati ad ospitare queste persone, c'è chi invece preferisce dormire in un magazzino abbandonato. La risposta è scontata ed è stata spesso candidamente raccontata da chi di accoglienza 'ci campa': queste persone – ha affermato - non vogliono utilizzare un posto in accoglienza perché preferiscono rimanere 'fuori dai radar', non farsi riconoscere e vivere in clandestinità. Ciò accade perché i clandestini non vogliono rimanere sul territorio italiano, oppure, nel peggiore dei casi, perché pensano di poter vivere di espedienti più o meno leciti”.
Per Roberti è invece necessario intervenire sulle norme per aumentare le espulsioni dal territorio nazionale. L’assessore ha anche espresso solidarietà a Prefettura e Questura per il lavoro svolto ogni giorno sul fronte dell’immigrazione. “Questo loro impegno, purtroppo, - ha concluso - trova però poca o nulla collaborazione da parte di chi dovrebbe svolgere al meglio il compito che gli viene assegnato in forza di un appalto ricevuto. Paradossalmente, queste persone pare pensino invece ad attaccare tanto le forze di polizia quanto il ministero e le prefetture da cui vengono retribuite”.
Alessandro Martegani