È partito da San Giacomo, quartiere popolare di Trieste dove l’organizzazione “Non una di meno” aveva partecipato all’occupazione di un consultorio che l’Azienda Sanitaria vorrebbe chiudere, il corteo organizzato in occasione della Giornata internazionale contro alla violenza sulle donne.
Centinaia di manifestanti si sono mossi nel primo pomeriggio, diretti verso Piazza Hortis, dove era stata organizzata la manifestazione finale, ma visto l’alto numero di partecipanti, superiori alle attese, il corteo è stato dirottato, in accordo con le forze dell’ordine, in piazza Unità, dove quasi mille persone, in maggioranza donne, ma anche molti uomini, famiglie e bambini, hanno ascoltato gli interventi e partecipato alla fase finale dell’evento, chiuso in serata.
Nel corso della manifestazione sono stati scanditi i nomi di tutte le vittime di femminicidio in Italia nel 2023, mentre veniva esposta una lunga fila di fazzoletti fuxia, tanti quanti le donne uccise in Italia dal 2021 a oggi.
“L’uguaglianza inizia con il rispetto”, “Contro il femminicidio, unite per il cambiamento”, “Alle donne va rubato il cuore non la vita”, sono stati alcuni degli slogan scritti sui cartelli dei manifestanti, mentre sullo striscione che apriva il corteo era stata scritta la frase “Il grido di chi non ha più voce, vive e libere.”
La giornata contro la violenza sulle donne non è però stata l’unica occasione per manifestare in città, anche se con contenuti molto diversi: Forza Nuova, movimento di estrema destra che giorni fa si era visto negare il permesso di manifestare in piazza Libertà, tradizionale luogo di ritrovo per gli immigrati giunto dalla Rotta Balcanica, per il timore di scontri e violenze, ha deciso di tenere comunque una manifestazione contro l’immigrazione in largo Bonifacio, alla base del viale XX Settembre, storico luogo di ritrovo della destra triestina.
Una ventina di persone hanno esposto uno striscione con la scritta “degrado e sostituzione, basta immigrazione!”. Negli interventi, fra gli altri anche quello dell’ex consigliere comunale di estrema destra Fabio Tuiach, i militanti di Forza Nuova hanno messo in guardia contro il “pericolo immigrazione”, che sarebbe un costo sociale per il paese, e riproposto il rischio della “sostituzione etnica”.
Non sono mancate le critiche ai governi della regione e italiano: secondo Tuiach il governatore leghista Massimiliano Fedriga starebbe facendo peggio rispetto alla presidenza di Debora Serracchiani del Pd. “Meloni e Salvini – ha poi aggiunto – sono come Badoglio”.
Alessandro Martegani