La visita a Muggia del ministro dell’interno Matteo Piantedosi era stata programmata per la cerimonia d’intitolazione dei giardini Europa a Eddie Walter Cosina, agente di Polizia in servizio alla Questura di Trieste, morto nell'attentato del 1992 di via D'Amelio, ma l’attenzione era centrata anche sulla gestione del flusso di migranti che giungono in Friuli Venezia Giulia lungo la Rotta balcanica, dopo le proteste dei sindaci della regione sull’accoglienza diffusa e la proposta di realizzare centri di accoglienza a ridosso del confine.
Una possibilità che, ha detto il ministro, rimane sul tavolo, anche se, ha aggiunto, è fondamentale ascoltare i territori: “Questo – ha detto - non è un territorio abbandonato".
Piantedosi non ha comunque dato indicazioni sui tempi e luoghi per la realizzazione delle strutture, chieste nei giorni scorsi da sindaci di centro destra e dalla regione, contrari all’affluenza diffusa.
Piantedosi, nel corso della cerimonia ha poi ricordato la strage di Via d’Amelio, definita “uno dei momenti più bui della storia del Paese”. Allora, ha continuato, “la Mafia aveva sferrato un vero e proprio attacco eversivo alle Istituzioni democratiche", “oggi ha scelto la strategia della sommersione”. “La capacità delle mafie di occupare sempre maggiori spazi passa spesso attraverso comportamenti ambigui, posti in essere anche da insospettabili prestanome" e per combattere "questa zona grigia - ha concluso - che offre un formidabile sostegno alla criminalità organizzata, bisogna recuperare il valore aggiunto costituito dalla profonda ribellione morale della società civile maturata all'epoca della stagione stragista della mafia”.
Alessandro Martegani
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