Un capodistriano un po' dimenticato Spartaco Schergat, che prestando servizio come palombaro e sommozzatore nella Regia Marina italiana durante la Seconda Guerra Mondiale, partecipò all'impresa di Alessandria d'Egitto, affondando la nave inglese Queen Elisabeth. Per questa impresa venne decorato con la Medaglia d'oro al valor militare.
Una figura alla quale lo storico Andrea Vezzà ha dedicato il libro "Spartaco Schergat - Eroe di un mondo ormai scomparso", volendo sottolineare, già nel titolo, come la realtà in cui nacque Schergat fu ben diversa da quella degli ultimi suoi anni di vita, trascorsi nel dopoguerra, da esodato, a Trieste.
Ma chi era Spartaco Schergat? Queste le parole di Andrea Vezzà:
"Parlando di Capodistria si pensa quasi unicamente a Nazario Sauro, pochi conoscono la figura di Spartaco Schergat, che invece fu, a mio avviso, uno degli eroi italiani della Seconda Guerra Mondiale, perché solamente ventunenne è riuscito, su un siluro a lenta corsa, quindi su un mezzo primordiale, ad affondare la nave Queen Elizabeth, che era la corazzata ammiraglia della flotta inglese nel mar Mediterraneo. È stato autore, quindi, di una delle azioni più importanti di tutta la Seconda Guerra Mondiale, ma purtroppo in pochi lo conoscono ed è da sottolineare che non è morto nessuno in quella azione e quindi oltre alla medaglia d'oro che ha ricevuto, ha anche una medaglia morale sul petto, perché non ha sparso sangue".
Secondo lei il fatto che la Flottiglia Decima MAS è vista spesso in modo negativo, ha contribuito a tenere "nascosto" un personaggio come Spartaco Schergat?
"Certamente. Dopo l'8 settembre 1943 la Flottiglia Decima MAS, per volere del suo comandante, Junio Valerio Borghese, aderisce alla Repubblica Sociale Italiana, combatte al fianco dei tedeschi, non fa praticamente più attività marittima ma fa attività di controguerriglia. Diventa fanteria di marina che viene impiegata nelle retro linee contro i Partigiani. Per questo motivo, ancora oggi, si fa un po' di confusione, associando la Decima Flottiglia MAS, pre 8 settembre, Regia Marina quindi i mezzi subacquei e quella del post 8 settembre, che ha operato con la Repubblica Sociale Italiana. Esisteva anche lì, comunque, un gruppo subacqueo del Tenente di vascello Eugenio Wolk; non hanno fatto azioni ma hanno comunque portato avanti le tradizioni della Decima MAS Regia Marina anche nella Repubblica Sociale Italiana".
Nel suo libro è dunque importante anche il fatto che si fa pienamente chiarezza sulla storia di Schergat.
"Esatto. Infatti, Schergat, ricollegandoci alla domanda di prima, fatto prigioniero va in un campo di concentramento a Zonderwater in Sudafrica, ma ecco che ritorna e collabora con il Regno del Sud, va a far parte di Mariassalto, cioè gli incursori della Marina del Sud, quindi la Marina co-belligerante che collaborava con gli Alleati. Ma non vuole combattere contro altri italiani e va semplicemente a sminare i porti che venivano man mano conquistati dalle truppe americane e dalle truppe inglesi. Un lavoro sicuramente altrettanto rischioso".
Un'ultima considerazione: per Schergat anche la beffa che la nave a lui recentemente dedicata dalla Marina Italiana sia stata successivamente ceduta all'Egitto.
"Esatto. La nave 'Spartaco Schergat' a lui dedicata è stata varata e poco dopo venduta, anzi forse meglio dire svenduta all'Egitto. Ma tutta la vita di Schergat è stata una vita particolare. Basti pensare che usufruì della legge Bacchelli, cioè la legge particolare creata dal governo italiano per aiutare le persone meritevoli ma indigenti, perché nel dopoguerra, pur avendo fatto una delle azioni più gloriose della Regia Marina, non è stato molto fortunato e dopo vari lavoretti nel campo della subacquea, per fortuna trovò un posto da bidello all'università di Trieste, ma con la famiglia alle spalle e lavorando solo lui, le condizioni economiche non furono mai delle migliori".
Davide Fifaco