Antonio Rodà, segretario territoriale della Uilm, dopo il tavolo sulla vertenza Wartsila convocato al Ministero della Imprese del Made in Italy, presieduto dalla sottosegretaria Fausta Bergamotto, ha rivelato che attualmente sono tre le ipotesi per la reindustrializzazione del sito, presentate dall'advisor incaricato dall'azienda, che non ha però indicato i nomi dei proponenti.
All'incontro era presente, tra gli altri, anche la Regione Friuli-Venezia Giulia con l'assessore al Lavoro, Alessia Rosolen.
Da quanto scritto dall'Ansa, la prima ipotesi, secondo le spiegazioni di Rodà, è legata ad un'azienda lombarda del settore automotive, con fatturato annuale di 400 milioni di euro e siti produttivi in più Paesi, che si occupa di stampe di grandi dimensioni, come cruscotti auto ed altre componenti.
La seconda ipotesi riguarda un'azienda che occupa 1.700 dipendenti con 275 milioni di fatturato annuo, che produce silos per il settore dell'agricoltura, per liquidi e per attività legate al petrolio ed al gas. Caratteristiche queste che potrebbero ricondurre all'austriaca Christof Industries, il cui nome era circolato nelle ore precedenti all'incontro.
Infine, la terza possibilità riguarda un'azienda che realizza elettrolizzatori per la produzione di idrogeno che agirebbe in collaborazione con una grande Multinazionale asiatica legata alla produzione di energie alternative; in questo caso si vocifera, ormai da mesi, della Mitsubishi.
Il tavolo si aggiornerà il prossimo 18 aprile, per avviare il confronto sulle proposte pervenute e quindi individuare la migliore per il futuro del sito industriale.
Davide Fifaco