Una serata dedicata ai cento anni del calcio a Isola quella organizzata dalla Comunità degli italiani di Isola “Dante Alighieri” insieme al Club calcistico giovanile di Isola.
“Lo sport ha il potere di coinvolgere le comunità più differenti, come ha fatto in questi anni il calcio nella nostra città”, ha detto in apertura il presidente Eric Toth che ha annunciato altre iniziative nei prossimi mesi per onorare la lunga storia del club sportivo della cittadina istriana.
Luca Dibenedetto autore del libro “La favola dell’Ampelea”, ha aperto la serata raccontando i primi decenni di questa società sportiva, fondata nel 1923 con il nome di Edera Isola. Giornalista sportivo lombardo Dibenedetto è arrivato a parlare della squadra isolana, dopo aver ricostruito il passato del Fiume. Una squadra, l’Ampelea che giunse a giocare nella serie C italiana, e vide negli anni alcuni dei suoi giocatori approdare anche nella serie A e nella nazionale italiana.
A parlare poi del periodo jugoslavo è stato Vinko Gregorič, che è intervenuto in video raccontando gli anni dal 1955 al 1972 quando Isola e anche la sua squadra cambiarono travolti dall’esodo. Il club calcistico isolano cambiò nome più volte e anche natura, con l’arrivo di nuovi giocatori da altri parti del paese e l’entrata negli anni Cinquanta nel campionato sloveno e jugoslavo.
“L’Isola non è mai stato un grande club, ma una squadra fortemente localpatriotica” ha sottolineato Gregorič, ricordando con fierezza le tante vittorie con le squadre delle città vicine, ma anche la mitica partecipazione nel 1992 al primo turno della coppa UEFA che vide il Davide Isola combattere in campo con un Golia del calcio europeo, il Benfica.
Tra i protagonisti di questa partita Davor Perkat che ha ricostruito l'ultima parte della storia della squadra, espressione del melting-pot jugoslavo e dell'amore verso questo sport visto che i suoi giocatori anche in questa fase non potevano contare su uno stipendio da professionisti. Perkat ha poi ricordato alcuni momenti della breve esperienza in UEFA degli isolani, e le due partite contro la squadra portoghese che ancora ai giorni nostri rappresentano una delle leggende locali.
Una squadra oggi in crisi che si spera possa risorgere grazie alla passione degli isolani, che riempiendo la sala di palazzo Manzioli, hanno dimostrato il loro amore nei confronti della squadra cittadina e simbolo dell'orgoglio operaio di Isola, alla quale non resta che augurare altri cento di questi anni.
Barbara Costamagna