Alle ore 15, quando abbiamo fatto un nuovo sopralluogo ai due confini sloveno-croati sul Dragogna la situazione si presentava a dir poco strana. Pochissime le automobili in transito con il capoturno della polizia slovena a quello di Castelvenere-Dragogna a confermarci che "non ci sono problemi e la situazione è sotto controllo". Il suo collega croato invece non ha voluto assolutamente rispondere ad alcuna domanda invitandoci a contattare la centrale di Pola. E proprio mentre ci stavamo allontanando dalla frontiera ci siamo imbattuti nel capo della Questura di Pola, Božo Kirin e nel responsabile della polizia di confine, Loris Kozlevac. Neanche loro si sono dimostrati molto aperti al dialogo facendo capire che non ci sono novità. Una chiusura, e il riferimento non va solo a loro, che provoca disinformazione, interpretazioni errate e commenti fuori luogo. Tanto che ancora non è del tutto chiaro se le disposizioni adottate ieri e per qualcuno in vigore da oggi vengono attuate. Qualcuno dei frontalieri che lavora in Italia al rientro in Croazia è stato messo in isolamento, altri invece no. Oggi si parlava di un blocco per tutte le automobili con targa italiana noi alcuna l'abbiamo vista transitare tranquillamente. Ma anche in questo caso la situazione è complessa perché ci sono molti istriani con le auto immatricolate in Italia. Dunque, poche le notizie ufficiali e tanta confusione.Nel pomeriggio tanta confusione al confine causata dall'interminabile colonna di mezzi pesanti. I camionisti ci hanno raccontato che stanno rientrando da viaggi in Italia e che da stamattina sono in attesa di ottenere il nulla osta da parte degli ispettori sanitari. Una volta a casa per tutti loro ci saranno due settimane di quarantena precauzionale.
Lionella Pausin Acquavita