La risposta arrivata dal ministero degli interni di Zagabria all’interpellanza della deputata dietina Katarina Nemet ha destato grande interesse non solo tra i cosiddetti “migranti giornalieri” ma anche in un raggio più ampio che coinvolge l’intera area dell’ex zona B croata mentre sui social media tanti sono i quesiti posti pure dalla parte slovena e da Trieste e dintorni. “Io sono contenta , ma questo è solo il primo passo” ci dice la parlamentare di Cittanova e aggiunge: “Dimostra che esiste buona volontà per risolvere il problema però' adesso servono decisioni ufficiali e se per questa estate è già tardi per la prossima dobbiamo essere pronti “. La Nemet quindi non intende demordere, ma anzi richiedere - per il momento- che almeno quanto concordato nell’incontro d’inizio luglio tra i rappresentanti dei ministeri degli interni e delle polizie di frontiera di Croazia e Slovenia venga ufficializzato con un decreto che sarà rispettato e applicato dalle unità di polizia dell’ area. Nel citato incontro-ricordiamo- erano state individuate delle vie alternative per far abbreviare le lunghe attese ai frontalieri : sul versante sloveno il tratto stradale che collega Dragogna a Sicciole, su quello croato la stradina Scudelin-Scrile, con possibilità di immettersi in coda proprio a ridosso del valico. In queste ultime settimane ci sono però diverse testimonianze che parlano di disagi e ammonizioni arrivate dalla polizia sia stradale che di frontiera che evidentemente manca di un decreto ufficiale che regoli la questione. Sarà inoltre necessario capire e stabilire cosa s’intende per popolazione locale citata nella risposta che il Ministero degli interni croato ha dato a Katarina Nemet.
Lionella Pausin Acquavita