Introdotto dal discorso del sindaco Aleš Bržan il presidente Pahor ha ricordato gli eventi di cent'anni fa accaduti nella località rurale di Maresego, alle spalle di Capodistria, quando questo territorio apparteneva al Regno d'Italia. Per il 15 maggio 1921 erano state indette le elezioni parlamentari alla Camera di Roma. Già la campagna elettorale era stata molto violenta, il terrore andò aumentando e il giorno delle elezioni a Maresego si presentarono pure i fascisti di Capodistria minacciando gli abitanti, che si opposero alle violenze, travolgendoli di pietre. Ci furono tre morti tra gli abitanti, numerosi feriti. Quella che è passata alla storia come la Rivolta di Maresego viene considerata una delle prime rivolte antifasciste in Europa e il Comune di Capodistria ne ricorda i valori celebrando ogni 15 maggio dal 1959 la propria festa comunale. Il presidente Borut Pahor ha rilevato che questi fatti non vanno dimenticati, non vanno dimenticate le ragioni che li hanno causati, ma a cento anni di distanza da quegli eventi, quando agli sloveni vennero chiuse le scuole e proibito di parlare la propria lingua, quando la violenza si sostituì alla ragione, è necessario guardare avanti, alla necessità di tessere rapporti sulla base del comune rispetto e dei comuni valori europei. "Forse qualcuno non l'ha condiviso" - ha ricordato il presidente Pahor- "ma la strada da proseguire è quella iniziata l'anno scorso alla cerimonia di restituzione alla comunità slovena di Trieste del Narodni dom, dell'inchino mio e del presidente Sergio Mattarella, mano nella mano, davanti alla foiba di Basovizza e al monumento ai Caduti sloveni in ricordo dei quattro giovani antifascisti sloveni condannati a morte dal Tribunale speciale. Dobbiamo guardare avanti, dobbiamo pensare al futuro dell'Europa multiculturale, all'amicizia e alla coesistenza con gli altri popoli". Il programma culturale con canzoni di lotta dei cori misti Brnistra, Dekani, l'orchestra di fiati di Maresego, con la partecipazione di numerosi artisti, è stato firmato da Ivan Laboda.
Miro Dellore