Tutto come previsto o quasi nel più piccolo dei Comuni costieri, Ancarano, per questa tornata di elezioni amministrative. La risposta del voto domenicale parla infatti chiaro: i cittadini hanno scelto la continuità rispetto al cambiamento e per questo a guidare il Comune per i prossimi quattro anni sarà ancora il sindaco Gregor Strmčnik, al suo terzo mandato. Strmčnik con la lista, "Radi imamo Ankaran - Amiamo Ancarano", si insedia in Consiglio comunale con 839 voti, pari al 53,99% del totale, per un complessivo di 6 seggi. L'indipendente Maja Prodan Jurič, si ferma invece al 38,42% ovvero 597 voti e 4 seggi con la lista "Vsi smo Ankaran - Siamo tutti Ancarano e chiude Breda Krašna del Movimento libertà con il 7,59% pari a 118 voti e 2 seggi in Consiglio Comunale.
Numeri che indicano come per l'assemblea pubblica sarà difficile deliberare, in quanto gli esponenti della maggioranza e dell'opposizione sono in numero pari, va da se che l'ago della bilancia sarà il voto dell'esponente del seggio specifico della comunità italiana, ruolo che dovrebbe essere ricoperto, il condizionale è d'obbligo, da Martina Angelini, già vicesindaco italiano nel precedente mandato, la cui posizione era stata messa in discussione dallo stesso sindaco, in quanto lo statuto di Arcano dice che se c'è un vicesindaco può essere non italiano, se ce ne sono due uno deve essere italiano. Martina Angelini unica candidata al seggio specifico, smorza i toni e si dice fiduciosa - "Nei comuni costieri la CNI ha un vicesindaco italiano, quindi non è questa la questione che sarà ma se ci sarà. Credo che già nella campagna elettorale tutti e tre i candidati hanno espresso che avranno il vicesindaco della Comunità Nazionale Italiana. Quindi mi auguro e mi aspetto questa funzione".
Lo stesso neosindaco Gregor Strmčnik, a spoglio delle schede praticamente concluso e vittoria certa in mano, ha voluto in qualche modo fugare ogni dubbio, esprimendosi così alla domanda sull'importanza della minoranza italiana ad Ancarano. "E' il fiore all'occhiello, il rispetto per la diversità è anche e soprattutto il rispetto per la popolazione autoctona, che vive e prospera in questo territorio, condivide il sogno di tutti noi, la nostra casa, la nostra famiglia, il nostro amore per tutto ciò che ci circonda".
Corrado Cimador