I meccanismi interni all’Unione italiana, la composizione degli organismi, i rapporti con le comunità fino alla stessa natura dell’Unione italiana. Sono stati molti i temi toccati nel corso dell’assemblea convocata nella sede della Comunità degli italiani di Fiume, uno della serie d’incontri che i vertici dell’organizzazione hanno organizzato per avere un confronto sul percorso e sui contenuti delle modifiche statutarie.
Il Presidente dell’Unione italiana Maurizio Tremul e il Presidente dell’Assemblea Paolo Demarin hanno illustrato il percorso iniziato con l’invio di una comunicazione a tutto il mondo della CNI e l’apertura di una mail dedicata.
In questa fase di confronto i vertici non intendono avanzare proposte, ma solo ascoltare gli appartenenti alla comunità nazionale. Nel corso dell’incontro di Fiume sono emersi però alcuni temi principali come i tempi della riforma, il ruolo dell’Assemblea, un possibile taglio dei consiglieri, nuove regole per assicurare all’Assemblea stessa un ruolo più politico, fino al rapporto fra Unione e comunità, che per molti andrebbe chiarito e alla natura stessa dell’organizzazione.
“Il confronto – ha detto Maurizio Tremul, Presidente dell’Unione italiana, al termine dell’incontro – sta andando bene perché emergono sempre delle questioni diverse, ma tutte unite dalla volontà di migliorare il funzionamento dell'Unione, fare in modo che l'Unione sia quanto più possibile rappresentativa, efficace, efficiente e vicina ai connazionali. Poi ci sono proposte diverse in ogni incontro: questa sera si è parlato molto della composizione dell'Assemblea e del suo ruolo, se l’Unione debba essere una confederazione o un'associazione, del rapporto con le comunità e con i soggetti esterni. Ci sono varie ipotesi in questo senso e quindi emerge una sensibilità diversa a seconda del territorio in cui si va a parlare e anche delle persone che vi partecipano. In ogni caso è un confronto positivo”.
“Per me – ha aggiunto - è relativo se partecipa numero molto grande di persone o meno: l'importante è che ci sia una partecipazione attiva e anche questa sera c'è stata. Alla fine, credo avremo una serie di elementi abbastanza articolati da affrontare e da presentare all'Assemblea dell'Unione italiana. È certamente una scelta positiva far parlare connazionali riguardo che Unione vogliamo e come vogliamo strutturarla”.
I vertici hanno deciso di non esprimere giudizi in questa fase, ma un elemento è emerso: il dibattito potrebbe estendersi anche al di là dell’Unione italiana. “Per quanto mi riguarda personalmente non è che non voglia sbilanciarmi: - dice Tremul - non voglio commentare perché non voglio influenzare il dibattito. Posso magari precisare quali possono essere vantaggi e svantaggi dei vari sistemi che vengono proposti, o posso spiegare perché l'Unione oggi è strutturata così com'è, però vogliamo dare maggior libertà a tutti di esprimere le proprie opinioni. Riguardo il dibattito, nell'Unione italiana vengono riposte tante speranze, tanta fiducia, perché viene vista come un organismo o un'organizzazione che va ben al di là di quello che per certi aspetti è il suo status giuridico, così la vollero anche i padri fondatori, e quindi si parla anche della Comunità nazionale italiana nel suo insieme”.
Ma quali saranno i tempi per arrivare a una definizione del testo dello statuto? “Io credo - conclude Tremul - che se facciamo le cose fatte bene, con raziocinio, con calma, e con relativa speditezza, da qui a un anno potremmo avere il nostro nuovo Statuto”.
Gli incontri perseguiranno fino a inizio ottobre: nei prossini giorni sono già stata programmati degli eventi a Visinada, Umago, Parenzo e Capodistria e le consultazioni si chiuderanno a inizio ottobre a Rovigno.
Alessandro Martegani