Si ritorna a parlare della straziante vicenda in cui hanno perso la vita due giovani in procinto di sposarsi. Per la giustizia croata non ci sono responsabili della morte dei due fidanzati del parentino uccisi nel sonno dal monossido di carbonio nell'agriturismo “Milena” a Visignano, nell'ottobre del 2015. Il Tribunale regionale di Varaždin ha confermato la sentenza assolutoria nei confronti dello spazzacamino, emessa al processo di primo grado alla fine del 2019 dal Tribunale comunale di Pola. L'uomo - lo ricordiamo - occupato presso la società DIMŠO, era finito sul banco degli imputati per negligenza nell'espletamento del suo lavoro. Nel contempo, la Procura comunale di Pisino, dopo l'inchiesta di un anno, ha archiviato la vicenda senza procedere nei confronti del proprietario dell'agriturismo, Đorđe Stefanov. Pertanto, nessuno sarebbe responsabile della tragica morte del 27enne Patrik Blaško e della sua ragazza 23enne, Lara Nikolić. I genitori delle vittime però chiedono giustizia e puntano il dito proprio contro Đorđe Stefanov, accusato di aver acceso la caldaia a gas nonostante il monito del tecnico autorizzato di non farlo assolutamente prima del collaudo tecnico, da eseguire dopo la pulizia della canna fumaria effettuata dallo spazzacamino. L'accusa dei genitori combacia con il passo della sentenza assolutoria dello spazzacamino in cui si afferma che Đorđe Stefanov aveva richiesto alla DIMŠO solo la pulizia della canna fumaria e non il suo collaudo tecnico. “Visto che la Procura di Stato non intende portare in tribunale il proprietario dell'agriturismo” ci ha spiegato l'avvocato dello spazzacamino, Ingrid Baric, da noi interpellata, "hanno deciso di farlo in forma privata per il mio tramite, i genitori delle vittime e la prima udienza è fissata per il 25 febbraio prossimo al Tribunale comunale di Pisino".
Valmer Cusma