Non è stata l’inaugurazione di una mostra, non solo. È stato un punto di ritrovo per vecchi amici e colleghi, che hanno voluto dedicare la serata al ricordo dell’artista Vojc Sodnikar Ponis, scomparso nel 2019. L’Atelier si trova in una posizione insolita di Capodistria, vicino al centro ma nascosto tra le vie, un posto diverso per esporre delle opere, ma proprio per questo è diventato un luogo intimo. Tantissimi connazionali, conoscenti e artisti si sono riuniti per ammirare solo alcune delle opere scultoree dell’artista che ha dedicato la sua vita alla scultura. Graziella Ponis, vedova di Vojc, Darja Perovič, sorella di Vojc e suo marito Tomaž Perovič hanno fondato l’Istituto non solo per conservare le sue creazioni, ma soprattutto per dare spazio ai giovani artisti emergenti, per dar loro la possibilità di crescere e sviluppare il loro talento. In questo modo, grazie all’ente e al lavoro dei suoi cari, l’eredità artistica di Vojc rimarrà viva e accessibile a un pubblico più vasto.
Tra la folla che ha riempito l’Atelier, abbiamo parlato con il curatore della mostra, Tilen Žbona, amico e collega dell’artista, che ci ha raccontato il processo creativo, ma anche personale, che c’è stato dietro l’organizzazione dell’esposizione delle opere scultoree. “È una bella storia di tre persone che hanno fatto un lavoro molto onorevole, ovvero mantenere viva una vita di opere d’arte; quindi, è stato un onore per me curare questa mostra. Lavorando con Graziella e la sorella di Vojc abbiamo fatto una scelta su cosa rappresentare per questa prima sezione delle sue opere e quindi il concetto era creare una galleria che fa da tramite tra tempo, spazio e contesto dell'artista in sé, quindi rappresentare e tenere ancora viva la sua esperienza. Volevamo cercare un pubblico, trovare un contatto con altre persone in modo da mantenere il suo ricordo e le sue opere. Secondo me è stato un grande lavoro.”
B.Ž.