Un manifesto solo in croato per il programma croato dedicato all'8 marzo, allestito alla Comunità degli italiani di Pola; manifestazione organizzata dall'associazione cittadina delle donne e patrocinato dal Palazzo municipale. E Pola lo ricordiamo per statuto è città bilingue. Il manifesto ha fatto il giro dei social incontrando perplessità, tanto per usare un eufemismo. Dunque l'italiano come lingua paritetica a Pola, non è gradito nemmeno alla Comunità degli italiani, completamente ristrutturata 20 anni fa con i mezzi erogati dal Governo italiano. E ai tempi quando era presidente della Comunità Fabrizio Radin aveva dichiarato che nella comunità stessa si possono ospitare solo contenuti in linea con il suo carattere. Dunque la lingua italiana non sarebbe un fattore determinante in tale contesto. A questo punto si spera in qualcosa di buono nell'iniziativa avviata a 24 anni di distanza dalla sua firma, sull'attuazione del Trattato italo-croato sulla tutela delle minoranze. In tutto questo tempo non si sono mossi ne' l'Unione Italiana e neanche il deputato italiano Furio Radin, che ha trovato opportuno attualizzarlo solo di recente incontrando la piena disponibilità del ministro croato dell'Amministrazione pubblica Ivan Malenica, accorso a Pola e a Fiume. Paradossalmente su questo punto l'Accadizeta è piu' vicina agli italiani dell'Istria, rispetto alla Dieta democratica istriana, che da quando non c'è piu' Ivan Jakovčić al timone sembra più fredda nei confronti della componente italiana, almeno a Pola.
Valmer Cusma