All'indomani del loro spettacolare arresto, i 12 manager del Gruppo Uljanik sospettati di reati nella sfera della criminalità economica oggi vengono interrogati nella sede della procura a Fiume. Al termine si deciderà sull'avvio o meno dell'inchiesta a loro carico e sulla carcerazione preventiva. Avrebbero danneggiato le casse dell'Uljanik e il bilancio dello stato per circa 160 milioni di euro fondando società all'interno della compagnia con lo scopo di sottrarre le sovvenzioni che lo stato eroga a favore della cantieristica. La retata di ieri eseguita da un centinaio di agenti, è in prima pagina su tutta la stampa croata, con le valutazioni più svariate. "Si doveva reagire prima - cosi tanti commenti - e ora il cantiere sarebbe salvo". Stando ad altre reazioni, nella rete sarebbero finiti solo gli esecutori di un piano ben congegnato. Mancherebbero invece i mandanti nascosti nei meandri della politica. Il capo dell'Uskok di Fiume, l'ufficio per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, comunque lascia capire che nei prossimi giorni ci potrebbero essere altri arresti eccellenti. I dipendenti di Scoglio Olivi non sembrano sorpresi più di tanto degli arresti avvenuti ieri. Da anni infatti richiamano l'attenzione su malversazioni e irregolarità di vario tipo soprattutto in relazione alle sovvenzioni statali. Intanto continuano a scioperare chiedendo le paghe arretrate e nel tardo pomeriggio una delegazione di cantierini verrà ricevuta a Zagabria dalla presidente della repubblica Kolinda Grabar Kitarović.
Valmer Cusma
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