Da lunedì prossimo, a quarantacinque giorni dall’introduzione delle misure anti-coronavirus la Croazia dovrebbe dunque ritornare pian piano alla cosiddetta nuova normalità. L’allentamento della stretta- come abbiamo già informato - prevede tre fasi. L’ultima quella dell’11 maggio, la più consistente, include pure la riapertura di asili e parzialmente delle scuole ovvero delle prime quattro classi delle elementari. Una decisione che non piace a tanti ma come spiegano a Zagabria “è difficile conciliare gli interessi di tutti ed impossibile pensare ad un rilancio dell’economia senza tener conto di quelle famiglie che non dispongono di aiuti, non hanno a chi affidare i figli”. La decisione sulla frequentazione sarà comunque a discrezione dei genitori; gli alunni che rimarranno a casa continueranno a seguire le lezioni online. Gli epidemiologi croati ritengono che – stando ai dati a diposizione- i bambini non sono una fonte importante di contagio. Sarà necessario comunque – dicono- rivedere le abitudini famigliari e non farli entrare in contatto con persone a rischio: nonni, anziani in genere o parenti ammalati. Del parere che con la riapertura di asili e scuole si sarebbe dovuti andare più cauti, pure l’Unità di crisi della Regione istriana che ricordiamo aveva annunciato ancor prima del governo le tappe del cosiddetto rilassamento. “Le indicazioni di Zagabria rispecchiano quelle regionali ma c’è una discordanza sui termini di attuazione” è stato detto a Pola dove si reputa che “si sarebbe dovuta prorogare ulteriormente la riapertura di musei e gallerie ma soprattutto quella delle istituzioni prescolari".

(lpa)

Foto: Reuters
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