In Italia è passata in Consiglio dei ministri la proposta di mediazione sulla riforma del processo penale. Uno dei nodi del provvedimento, il tema dell'aggravante mafiosa, ha ottenuto il via libera anche dal Movimento 5 Stelle, dopo un braccio di ferro con la maggioranza. La riforma è calendarizzata alla Camera domenica alle 14.
Il partito guidato da Giuseppe Conte ha accettato le modifiche sulla prescrizione proposte dal governo, che prevedono un "regime transitorio ampio" fino al 2024 e un "regime speciale" per reati di mafia, terrorismo violenza sessuale e droga.
Per i primi tre anni, entro il 31 dicembre 2024, i termini saranno più lunghi per tutti i processi, con la possibilità di proroga totale, fino a quattro anni in appello e fino a due anni in Cassazione per tutti i processi in via ordinaria. Ogni proroga deve essere motivata dal giudice con ordinanza, sulla base della complessità del processo, per questioni di fatto e di diritto e per numero delle parti. Contro l'ordinanza di proroga, sarà possibile presentare ricorso in Cassazione. Di norma, è prevista la possibilità di prorogare solo una volta il termine di durata massima del processo.
Sui reati di mafia, quindi anche il 416 bis e ter, è stato previsto un regime speciale con l'esclusione dall'improcedibilità mentre per i 416 bis 1, cioè i reati con aggravante mafiosa, nel regime transitorio sono previsti tempi più lunghi fino a sei anni in Appello, prima della prescrizione, per poi scendere a cinque anni dal 2025.
Si prevede, inoltre, che un apposito Comitato tecnico scientifico istituito presso il ministero della Giustizia ogni anno riferisca in ordine all'evoluzione dei dati sullo smaltimento dell'arretrato pendente e sui tempi di definizione dei processi.
Soddisfatta la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, cha ha parlato di aggiustamenti importanti, con l'obiettivo di garantire una giustizia celere, nel rispetto della ragionevole durata del processo, e allo stesso tempo garantire che nessun processo vada in fumo. Cartabia sottolinea, inoltre, l'approvazione arrivata all'unanimità, con la convinzione di tutte le forze politiche.
Davide Fifaco