Foto: EPA
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È ancora il tema dei diritti di cittadinanza ed in particolare lo Ius scholae ad animare il dibattito politico in Italia. Il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti, ha dichiarato: "Sullo Ius Soli è bene ricordare come lo stesso Riccardi, allora ministro del governo Monti, ha svelato come tale argomento sia stato accuratamente evitato dalla sinistra al governo perché secondo alcuni esponenti del Pd avrebbe fatto perdere voti - ha osservato Foti -. Nelle due legislature precedenti lo Ius Culturae venne approvato alla Camera nel 2015 e poi nel 2017 venne affossato in Senato. Nella passata legislatura, invece, iniziò la discussione sullo Ius scholae alla Camera che si arenò con la rottura frontale della maggioranza che sosteneva il governo Draghi". "La declinazione dello Ius scholae del Pd vede tre proposte una diversa dall'altra, di cui non è mai stata richiesta calendarizzazione - ha concluso il capogruppo di FdI alla Camera -. Non c'è un terreno chiaro su come l'opposizione voglia affrontare il tema".

Intanto nella maggioranza di governo da un lato Fratelli d'Italia ha allontanato il dibattito sull'argomento escludendolo dal programma di governo e la Lega ha ribadito il suo "no", mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani invece ha promosso lo Ius scholae; a differenza dello Ius soli. In questo caso lo status di cittadino italiano potrebbe essere riconosciuto ai minori stranieri che faranno "un percorso di studi completo", questa la proposta di legge su cui Forza Italia si confronterà a settembre.

Tajani ha inoltre precisato: "Sullo Ius scholae non impongo, ma non voglio imposizioni. Abbiamo la nostra opinione, come su altri punti che non sono nel programma di governo e che vengono sottolineati da altri alleati: ne parliamo. Però non è che perché un tema non è nel programma di governo non se ne può parlare. Ognuno ha diritto dire: io non impongo niente a nessuno, ma non voglio neanche che nessuno imponga qualche cosa a me, quindi sono libero di parlare", ha concluso il vicepremier.

Davide Fifaco