L’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, rischia di coinvolgere più di un’istituzione della regione e della città di Genova.
Toti, governatore della regione al secondo mandato sostenuto dal centro destra, è stato arrestato questa mattina nell’ambito di un’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Genova con l’accusa di corruzione: secondo gli inquirenti avrebbe accettato promesse di vari finanziamenti e 74 mila euro dagli imprenditori del settore logistico ed immobiliare Aldo e Roberto Spinelli, per risolvere alcune pratiche come la trasformazione da “libera” a “privata” della spiaggia di Punta Dell'Olmo, dove i due imprenditori stavano anche realizzando un complesso immobiliare, il rinnovo per trent'anni della concessione di un Terminal portuale o l’assegnazione un'area demaniale.
L'ordinanza era stata notificata al governatore mentre si trovava in un hotel di Sanremo: Toti non ha rilasciato dichiarazioni ai giornalisti presenti ed è stato accompagnato da alcuni agenti della Guardia di Finanza nel suo appartamento genovese, che è stato perquisito e poi in caserma.
In manette era finito anche il capo di gabinetto del Governatore, Matteo Cozzani, per corruzione elettorale, aggravata dall’accusa di aver agevolato l’attività del clan mafioso Cammarata, del mandamento di Riesi, nei pressi di Caltanissetta.
In carcere è finito anche l'ex presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, con l’accusa di aver dato soldi a Toti in cambio dei favori concessi a Spinelli. Nella stessa inchiesta sono anche indagati altri imprenditori, accusati a vario titolo di corruzione.
Nei confronti di Signorini e di Aldo e Roberto Spinelli è stato anche disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per un importo complessivo di oltre 570 mila euro.
Il caso è già rimbalzato a Roma, dove la Commissione parlamentare Antimafia ha chiesto gli atti dell’inchiesta di Genova, ma ci si interroga anche sul futuro dell’amministrazione regionale: per ora non si parla di dimissioni, l’avvocato di Toti ha detto che il governatore “è molto sereno e molto tranquillo” e che “non si parla di dimissioni, ma di sospensione dalla funzione”. Sono tutti fatti, ha aggiunto, “a cui possiamo dare una spiegazione nell'ambito di una legittima attività di amministrazione per l'interesse pubblico”.
E sul caso del governatore della Liguria è intervenuto anche il presidenete del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle regioni, Massimiliano Fedriga. "Direi a tutti di usare la massima cautela" ha detto all'agenzia Ansa, "perché stiamo parlando di un'inchiesta e non di una condanna". "Utilizzare come una clava ogni inchiesta che si apre è estremamente pericoloso perché è una riduzione della democrazia del nostro Paese".
"E' giusto - ha aggiunto - che le inchieste ci siano se si ravvisano delle ipotesi di reato, ma sono ipotesi che devono essere confermate da una sentenza". "Abbiamo visto casi in passato - ha concluso - dove persone sono state sotto inchiesta, penso anche a presidenti di Regione, da destra a sinistra, penso a Errani per esempio in Emilia Romagna, e poi il tutto è finito con una sentenza che ha dichiarato che il fatto non sussiste. Per questo userei cautela e chiederei anche ai giornali nazionali di utilizzarla altrettanto".
Alessandro Martegani