Il comunicato finale del vertice G7 Esteri avvenuto a Capri ha affrontato la crisi mediorientale invitando le parti a lavorare per prevenire un'ulteriore escalation bloccando i probabili raid israeliani su Rafah. Nella nota viene chiesto alle parti sia nella regione che oltre di offrire il loro contributo a questo sforzo. Il G7 si è rivolto direttamente all'Iran, chiedendo di astenersi dal sostenere Hamas e dall'intraprendere ulteriori azioni che destabilizzino il Medio Oriente, compreso il sostegno a Hezbollah, esortando tutti i Paesi di impedire la fornitura di componenti per i droni e missili iraniani. Nel comunicato si evidenzia che verrà ritenuto responsabile il Governo iraniano per le sue azioni dannose e che i sette grandi sono pronti ad adottare ulteriori sanzioni o altre misure, indicando che se Teheran dovesse procedere con la fornitura di missili balistici o tecnologie correlate alla Russia si risponderà in modo rapido e coordinato anche con nuove misure. Nel documento viene affrontata anche la crisi ucraina, precisando che si sta intensificando l'assistenza in materia di difesa e sicurezza e si sta aumentando la capacità di produzione e consegna, e inoltre che Kiev verrà sostenuta nell'ottenere un risarcimento per le perdite, le lesioni e i danni derivanti dall'aggressione russa. I beni sovrani russi congelati rimarranno immobilizzati finché non cesserà l'aggressione e non verranno pagati i danni, viene accolta con favore l'adozione da parte dell'Unione Europea di atti giuridici riguardanti le entrate straordinarie detenute da soggetti privati al fine di trovare modi per massimizzare il beneficio per l'Ucraina. Nella nota vengono sostenuti gli sforzi di mediazione per portare a una cessazione delle ostilità. Il G7 Esteri ha espresso preoccupazione per i trasferimenti alla Russia da parte delle imprese cinesi di materiali a duplice uso e componenti di armi, fatto che sta consentendo a Mosca i ricostituire e rivitalizzare la propria base industriale di difesa ponendo una minaccia per la pace e la sicurezza internazionali.
Franco de Stefani