Secondo l'Ecri, la profilazione razziale è particolarmente frequente nei confronti dei rom e delle persone di origine africana. I fermi e i controlli basati sull'etnia sono stati confermati anche dalle organizzazioni della società civile, ma non esistono dati sufficienti per comprendere l'entità del fenomeno. Questo atteggiamento istituzionale genera un senso di ingiustizia tra le comunità coinvolte, alimentando la sfiducia verso le forze dell'ordine, specifica il documento. La Commissione sostiene che la profilazione razziale non solo danneggia i singoli, ma mina anche la sicurezza complessiva, poiché i cittadini che subiscono discriminazioni sono meno propensi a collaborare con la polizia o a denunciare crimini. Il rapporto prende inoltre in esame il clima politico italiano, denunciando un aumento di discorsi xenofobi e carichi di odio da parte di figure politiche di alto profilo. Particolarmente preoccupante, secondo l’Ecri, è la polarizzazione del dibattito su temi legati all’immigrazione e ai diritti delle persone LGBTI, con toni sempre più aggressivi specialmente durante le campagne elettorali. Un altro tema rilevante affrontato nel documento riguarda le pressioni e le critiche indebite rivolte alla magistratura, in particolare verso quei giudici che si occupano di casi legati alla migrazione. L’Ecri sottolinea come tali attacchi rappresentino un tentativo di minare l’autorità e l’indipendenza dei magistrati, un problema grave in un sistema democratico che si basa sul rispetto dello stato di diritto. Non si sono fatte attendere le reazioni dal mondo politico italiano. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso il suo stupore per quanto emerso dal documento, difendendo l'operato delle forze dell'ordine. La premier Giorgia Meloni ha definito ingiurioso quanto asserito nel rapporto, ribadendo che poliziotti e carabinieri lavorano "con dedizione e abnegazione", senza distinzioni nei confronti dei cittadini. Una posizione sostenuta anche dal ministro dell'Interno Matteo Salvini che ha criticato aspramente il Consiglio d'Europa, accusando l’organismo di non conoscere la realtà italiana.
M.N.
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