Il Granchio blu continua ad espandersi nei mari italiani e gli allevatori stanno mettendo a punto delle contromisure tecnologiche per difendersi un crostaceo rivelatosi molto aggressivo con le specie autoctone della penisola.
È il caso del Delta del Po, luogo di ricchi allevamenti di molluschi, dove il granchio blu sarebbe responsabile di perdite che vanno dall’80 al 100 per cento della produzione di vongole.
I pochi allevamenti rimasti difendono i propri impianti con reti e teloni, e recentemente anche con sistemi di luci a led, in grado di attirare i granchi blu appostati intorno ai recinti degli allevamenti di vongole in cerca di qualche varco nel sistema di protezione: la luce attira i granchi e ne facilita la cattura, ma si tratta di un’impresa comunque impari, vista la velocità di riproduzione e la voracità del granchio.
Accanto alla promozione del consumo del granchio blu, la regione Veneto ha anche stanziato dei fondi a favore dei i pescatori che non riescono a trovare mercato per i tanti granchi pescati, per l'acquisto di reti di protezione e nasse da cattura, e anche per ricostruire gli allevamenti di vongole, fiore all’occhiello del Delta del Po, zona che, prima dell’arrivo del granchio killer, era prima in Europa per la produzione di vongole veraci, con oltre 3mila persone direttamente coinvolte nel settore e un valore alla produzione di 200 milioni di euro all'anno.
Il granchio blu intanto continua a diffondersi, ed è arrivato anche in Toscana, soprattutto all'interno della laguna di Orbetello, ma anche nelle foci di fiumi e canali.
Il Parlamento intanto ha dato via libera al decreto che contiene misure per sostenere il comparto della pesca e prevede la nomina di un Commissario straordinario nazionale fino al 31 dicembre 2026 per l’adozione d’interventi urgenti per contenere e contrastare il fenomeno della diffusione del Granchio blu. Per un primo piano di intervento, sono stati messi a disposizione 10 milioni di euro, più altri 12 milioni a sostegno delle aziende danneggiate.
Alessandro Martegani