Il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, dopo il raid fascista di sabato, è andato in visita nella sede nazionale della Cgil per portare la vicinanza dell'esecutivo al segretario Maurizio Landini; una visita non scontata, ha commentato Landini.
Il segretario della Cgil ha aggiunto che il premier ha voluto dare un segnale di vicinanza al sindacato, per impedire che ritorni un passato da evitare.
Draghi ha inoltre informato che nei prossimi giorni verrà definito un calendario di incontri tra esecutivo e sindacati per un confronto su sicurezza nei luoghi di lavoro, legge di bilancio e Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Landini ha poi anticipato che la Cgil avanzerà la richiesta di scioglimento delle forze che si richiamano al fascismo, come previsto dalla Costituzione italiana.
Anche il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha condannato quanto accaduto e qualsiasi forma di estremismo. Bonomi ha anche voluto ricordare che pur non andando sempre d'accordo con i sindacati vi è la necessità di remare tutti nella stessa direzione per il bene del Paese.
Nell'Aula della Camera, il capogruppo di Fratelli d'Italia, Francesco Lollobrigida, ha dichiarato: "Il governo può sciogliere le organizzazioni eversive. Perché il Pd che negli ultimi 10 anni ha governato non lo ha ancora fatto? Il governo se deve agire lo faccia. Draghi prenda provvedimenti che competono a lui e non al Parlamento", ed ha ribadito la solidarietà a Landini ed alle forze dell'ordine.
Intanto la Procura di Roma ha avviato due fascicoli di indagine sugli scontri di sabato. I pubblici ministeri hanno individuato due livelli di azione: il primo riguarda i sei arrestati, ritenuti promotori della rivolta, con l'irruzione nella sede della Cgil, tra cui Roberto Fiore, Giuliano Castellino di Forza Nuova, l'ex appartenente ai Nuclei Armati Rivoluzionari, Luigi Aronica, l'attivista Pamela Testa e il leader del movimento IoApro, Biagio Passaro. Per loro i magistrati contestano attualmente i reati di istigazione a delinquere, devastazione e saccheggio. Potrebbero però essere valutate altre aggravanti.
Davide Fifaco