Una delocalizzazione al contrario: il crescente mercato della auto elettriche potrebbe portare anche a questo, con una multinazionale cinese che costruisce uno dei propri impianti di produzione in Italia.
È lo scenario che si prefigura in seguito ai contatti che la stessa premier Giorgia Meloni, accanto al governo, ha avuto con il colosso cinese delle batterie BYD, diventata di recente il primo produttore di auto elettriche al mondo superando Tesla, e vendendo nel 2023 tre milioni di auto.
Sembrano lontani i tempi in cui Fratelli d’Italia aveva dichiarato guerra alla via della seta: il partito di Giorgia Meloni ha messo da parte, almeno temporaneamente, la difesa dell’italianità, per cedere alla ragion di Stato, all’evidenza della difficoltà delle case europee di reggere il confronto con Stati Uniti e Cina, e al fatto che l’Italia, a fronte del progressivo ritiro di Stellantis dal paese, non può rimanere fuori da un settore fondamentale e futuribile come quello delle auto elettriche.
La conferma dei contatti era arrivata al Salone di Ginevra da Michael Shu, direttore generale della filiale europea dell’azienda cinese, che ha parlato della possibilità di realizzare un impianto di produzione in Italia, e una seconda fabbrica in Europa, per produrre e distribuire auto elettriche, soprattutto per la fascia di prezzo più accessibile.
L’obiettivo di BYD è vendere 800 mila auto in Europa entro il 2030: un primo stabilimento di auto e batterie sarà operativo in Ungheria (paese guidato dall’alleato di Giorgia Meloni, Viktor Orban), entro tre anni, è l’Italia è il prossimo obiettivo.
Un percorso inverso da quello annunciato da Stellantis, gruppo che, a dispetto del marchio Fiat e dei finanziamenti percepiti negli ultimi decenni dal governo italiano, sta mettendo in atto una lenta ma inesorabile marcia di allontanamento dalla penisola, ventilando la possibilità di spostare parte della produzione in Paesi a basso costo.
E proprio al disaccordo con le decisioni di Stellantis si collega la mossa del governo italiano: mentre le case europee stanno valutando su come reggere il confronto con Stati Uniti e Cina sul mercato delle auto elettriche, Roma punta ad attirare in Italia la concorrenza di BYD.
“Abbiamo contatti con diverse case automobilistiche” aveva detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ricordando che l’Italia al momento è “l’unico Paese europeo che produce auto ad avere un unico produttore”.
La strada è segnata dunque? Forse no, anche perché l’arrivo della società cinese non è visto di buon occhio da tutta la maggioranza. “Pensare che dal 2035 non produrremo più auto a motore ma soltanto elettriche è un suicidio economico e sociale” ha dichiarato il ministro, vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, che ci tiene a prendere le distanze dagli alleati nel governo, ma in questo momento anche avversari diretti in vista delle elezioni europee.
La scelta di Meloni fra l’altro è anche in controtendenza con la linea dell’Europa, che invece punta a chiudere gli spazi all’automotive orientale.
BYD fra l’altro potrebbe non essere l’unica azienda a sbarcare in Italia: contatti sarebbero in corso anche con Chery, Toyota e Tesla, che puntano a inserirsi nel mercato europeo.
Alessandro Martegani