Foto: Twitter
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Forse molti turisti, se dovessero andare in porto le ipotesi delle ultime settimane, potrebbero pensare di essere protagonisti di una truffa come quella, diventata proverbiale, messa in atto da Totò e Nino Taranto nel film Totò truffa ’62, quando i due cercavano di vedere la fontana di Trevi a un malcapitato turista.
L’idea dell’amministrazione capitolina non è naturalmente quella di vendere la Fontana, ma di far pagare un biglietto per ammirare uno dei monumenti più celebri di Roma, una tappa obbligata per i turisti, ma anche uno dei luoghi più affollati dell’intera Capitale.
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, anche in vista del Giubileo che porterà a Roma milioni di persone, presentando in Campidoglio l’intervento di manutenzione straordinaria del monumento (che richiederà l’installazione di una passerella fino a dicembre), non aveva escluso di prevedere un numero chiuso per le visite alla fontana, attualmente aperta a tutti, e anche il pagamento di un ticket.

Foto: Pixabay
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"Alla fine della manutenzione della Fontana di Trevi, entro la fine dicembre - aveva detto Gualtieri - la passerella sarà smantellata. A quel punto ci sarà un contingentamento, stabiliremo il numero massimo di persone che potrà stare lì, che non abbiamo ancora stabilito". “Quello che vorremmo fare – ha spiegato - è semplicemente un limite di affollamento per poterla vedere meglio, per godersela". "Vedremo - ha concluso - se sarà il caso di introdurre un biglietto simbolico, di uno o due euro, ma stiamo ancora valutando non c'è nessuna decisione".
L’idea però non piace a tutti: Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera ed esponente di Fratelli d'Italia, ha ricordato come “il luogo simbolo della Dolce Vita di Fellini, non possa trasformarsi in un atto burocratico con una macchinetta che timbra il biglietto d’ingresso”. “Il contingentamento degli ingressi a Fontana di Trevi è un colpo terribile all’immaginario mondiale, una resa del sindaco Gualtieri e della sua giunta di fronte alla incapacità di guardare ai problemi reali di quella piazza", ha detto Rapelli, denunciando invece mancanza di controlli, di cestini dell'immondizia, e la presenza crescente “di negozi di souvenir di pessimo gusto”.

Alessandro Martegani